A volte, viaggiando, farebbe comodo avere a portata di mano un architetto: alcuni edifici, infatti, fanno intendere che la loro progettazione abbia comportato notevoli studi e, ugualmente, che abbia prodotto importanti evoluzioni nella materia. Questi edifici richiedono una certa competenza per poterli comprendere, altrimenti, si rischia di passarci davanti dedicando loro un semplice estemporaneo apprezzamento. Prendiamo il caso emblematico della Wall House 2 che si trova a Groningen in Olanda …
Di fronte alla Wall House 2, il visitatore si trova inizialmente stralunato, ma ugualmente affascinato da quella che in un primo momento percepisce come una eccentrica e originale composizione di elementi. In realtà, osservandola attentamente, finirà presto per apprezzarne proprio l’insospettabile eleganza e coerenza.
Girandoci attorno, a mano a mano che ne esaminano le diverse parti costitutive, sorgono spontanee molte domande, domande che inconsapevolmente finiscono proprio per esaudire il desiderio del progettista che voleva la sua Wall House 2 diventare un potente stimolo alla riflessione sull’architettura e in particolare sull’architettura contemporanea e sulla sua crisi che gli appariva come irrimediabile.
Il progettista fu l’americano di origini ceche, John Quentin Hejduk, un architetto che dedicò particolare impegno alla ricerca, alla formazione e alla teoria dell’architettura, firmando, in realtà, non molti progetti e, di questi, solo un esiguo numero trovò realizzazione. Hejduk scrisse numerose pubblicazioni e si dedicò anche alla poesia e alla pittura dimostrandosi decisamente eclettico.
Furono proprio i suoi studi sul cubismo e sul surrealismo pittorico a ispirare il progetto per la Wall House 2 e ugualmente per le altre Wall House. Come si trattasse di un quadro, lo sviluppo dell’edificio è realizzato prevalentemente su una superficie verticale identificabile nell’elemento “muro”. Su questa superficie sono stati ancorati frontalmente quattro moduli che corrispondono ai diversi ambienti domestici. La disposizione e il disegno di questi moduli insieme alla particolare palette di colori scelta, esprimono chiaramente sia l’intento artistico di Hejduk, sia la natura teoretica dell’opera.
Il “muro” alto 14 metri e lungo 18,5 metri, costituisce decisamente l’elemento più interessante della costruzione poiché, se dall’esterno è percepibile come un irrimediabile elemento di divisione, internamente non è neppure possibile notarne la presenza. Non solo, il “muro” è proprio l’elemento che tiene insieme il tutto: ciò che sembra dividere è proprio ciò che unisce. Oltre alle molte complesse ragioni di questa scelta vi è anche quella più immediata che consiste nell’intenzione di dimostrare come l’architettura offra infinite possibilità mettendo, di conseguenza, in discussione qualsiasi modello o archetipo.
Il progetto fu ideato negli anni settanta per essere realizzato a Ridgefield nel Connecticut. La cosa, tuttavia, non andò a buon fine e rimase sulla carta sino al 2000 quando una fondazione olandese, la Stichting Wall House #2, propose di realizzarlo nella prima periferia di Groningen. Detto, fatto. Nello stesso anno Hejduk morì ignaro del risultato finale. L’edificio sarà inaugurato nel 2005. Delle numerose Wall House pensate da Hejduk, questa è l’unica che abbia trovato realizzazione.
Ironica, surreale, improbabile e quanto mai interessante, questa architettura trova infinite analisi nella letteratura (in italiano, tuttavia, vi è solo una pubblicazione che vi segnalo qui sotto) e nelle risorse internet.
Se capiterete a Groningen, non mancate questa visita che si può compiere tranquillamente seguendo diversi percorsi ciclistici e pedalando per una ventina di minuti dal centro storico. Un consiglio, non dimenticate di portare con voi l’architetto …
Tutte le fotografie sono da noi state realizzate agosto 2016 e sono disponibili in modalità Creative Commons a questo link
Come raggiungerla
Letture suggerite
Modern architecture since 1900
Autore: William J. Curtis
Copertina flessibile: 736 pagine
Editore: Phaidon; 3 edizione (1 gennaio 2002)
Collana: Architect Gener
Lingua: Inglese
Since its first publication in 1982, Modern Architecture Since 1900 has become established as a contemporary classic. Worldwide in scope, it combines a clear historical outline with masterly analysis and interpretation. Technical, economic, social and intellectual developments are brought together in a comprehensive narrative which provides a setting for the detailed examination of buildings …
Titolo: John Hejduk. Incarnatio
Autore: Renato Rizzi
Copertina flessibile: 287 pagine
Editore: Marsilio (20 ottobre 2010)
Collana: Libri illustrati
Lingua: Italiano
John Quentin Hejduk (New York, 1929-2000). L’architettura era per lui una vocazione, una forma morale, una condizione della grazia. Un universo in espansione ancora tutto da indagare. Come un profeta affidò la propria visione solenne alla poesia, alla pittura, al progetto …
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