Per la modica cifra corrispondente a quattro o cinque euro, da Yerevan (Erevan) salendo su un furgone taxi collettivo di linea (e come altrimenti si potrebbero definire i maršrutka?), si possono raggiungere in poco tempo molte delle mete più ambite dell’Armenia. Districarsi tra le numerose stazioni e tra i mezzi in partenza è solo apparentemente complicato visto che, alla fine, malgrado le indicazioni siano riportate nel solo alfabeto armeno, si finisce per risolvere la cosa con sorprendete facilità…
Ecco alcune destinazioni tra le più e le meno note che potrete raggiungere in autonomia e facilmente dalla capitale armena. Più sotto trovate la mappa con le mete suggerite.
Il monastero di Khor Virap
Khor Virap è uno dei più importanti monasteri armeni. Insieme a Etchmiadzin, Garni e Geghart, è una delle destinazioni più frequentate dai turisti, non molti per la verità, che raggiungono lo stato transcaucasico. Il monastero ha due prerogative: custodisce una memoria particolarmente preziosa per la Chiesa apostolica armena ed è anche il punto più avanzato per vedere il monte Ararat.

Intorno al trecento dopo Cristo, nel monastero, prima fortezza e prigione, fu recluso per tredici anni il predicatore cristiano San Gregorio Illuminatore che, una volta liberato, battezzando il re Tiridate III, fece dell’Armenia la prima nazione al mondo ad adottare il cristianesimo come religione ufficiale di stato. La prigione sotterranea è visitabile, ma ci vuole un certo coraggio per decidere di discendere il buio e sinistro cunicolo verticale che la raggiunge…

Ararat! Provate voi a vivere a ridosso di ciò che vi è più caro e che vi è appartenuto per lungo tempo, ma che, poi, vi è stato prepotentemente tolto e che, di fatto, non potrete più raggiungere. Così è per gli armeni rispetto al loro monte Ararat. Lo possono vedere dalla capitale e da molte altre località, ma la montagna sacra sorge per intero nel suolo turco, al di là dell’invalicabile confine segnato dal fiume Aras. Alto 5.137 metri, l’Ararat o Grande Ararat è affiancato dal Piccolo Ararat, un migliaio di metri più basso.
Il Tempio di Garni
Posto lungo la strada che da Yerevan conduce al monastero di Geghard, il Tempio di Garni è il classico tempio di impianto greco-romano. Realizzato a imitazione del Partenone, l’edificio fu eretto nel I secolo d.C. su volontà del re Tiridate I e, probabilmente, grazie a un finanziamento ricevuto dall’imperatore romano Nerone. Il tempio era dedicato al dio Mitra, divinità adorata nel mondo induista, persiano, ellenico e romano. Il suo basamento realizzato in basalto, pietra diffusamente disponibile nel territorio armeno, costituisce l’elemento di maggior originalità del tempio.


Quella che possiamo vedere è una ricostruzione dell’originale avvenuta in epoca sovietica tra il 1969 e il 1979. La ricostruzione venne fatta per lo più recuperando i resti rimasti a lungo sul posto dopo la distruzione del tempio causata dal terremoto del 1679. Di fronte al tempio si trovano gli antichi bagni che custodiscono alcuni interessanti mosaici. Una meta decisamente classica…
Una guida molto accurata sul paese caucasico è Armenia e Nagorno Karabakh. Monasteri e montagne sulla via della seta scritta da Nadia Pasqual (ed. Polaris 2010). Il testo offre numerosi spunti per visitare l’Armenia attraverso le sue mete storiche, religiose e culturali. Comprende, inoltre, molte curiosità e informazioni utili raccolte da una viaggiatrice esperta e ben informata su un paese di non semplice lettura poiché solo recentemente apertosi al turismo internazionale.
Il monastero di Geghard
Fondato nel IV secolo da San Gregorio Illuminatore (si, di nuovo lui) e riedificato nel XIII secolo, il Monastero di Geghard è un luogo affascinante e suggestivo e certamente è una meta da raggiungere. Il complesso è decisamente articolato e va raggiunto di prima mattina perché, nelle ore centrali e pomeridiane, viene assiduamente frequentato da un intenso turismo religioso che è in prevalenza nazionale. Il monastero è arroccato sulle montagne armene (lungo la gola del fiume Azat) e il suo contesto naturalistico è già un’ottima ragione per raggiungerlo.

Non è possibile descrivere sinteticamente il complesso poiché articolato in numerosi edifici, tutti significativi sia dal punto di vista architettonico che storico-religioso. Alcune delle chiese sono state scavate direttamente nella roccia assumendo la forma di vere e proprie grotte e costituiscono gli ambienti più suggestivi. All’interno di una di esse ci si può soffermare per raccogliere l’acqua che fuoriesce da una fonte ritenuta sacra sin dall’epoca precristiana. L’acqua non andrà bevuta, ma più correttamente cosparsa nelle parti del corpo che riteniamo più bisognose di un formidabile aiuto miracoloso…

Il visitatore rimarrà sorpreso dalle coreografie luminose create dalla luce naturale fatta filtrare attraverso aperture sapientemente posizionate. Gli edifici sono protetti, alle spalle, dal pendio roccioso della montagna e, lungo i rimanenti tre lati che delimitano il complesso, da alti bastioni. Approfondite andando qui.
Il Khachkar è il tradizionale cippo funerario e commemorativo armeno realizzato in pietra scolpita. Si tratta del manufatto simbolo della spiritualità del paese caucasico e della sua antica tradizione scultorea. Generalmente, nel Khachkar, viene rappresentata una croce insieme a complesse decorazioni realizzate con la forma di foglie, grappoli d’uva, disegni astratti, ritratti dei santi e scene bibliche. Realizzati a partire dal IX secolo, possono essere visti nei pressi di tutti i monasteri, chiese e cimiteri, mentre, il maggior numero di Khachkar antichi è ospitato a Echmiadzin e nel Museo di Storia di Yerevan. In foto, uno dei Khachkar più elaborati che abbiamo incontrato a Echmiadzin nei pressi della sua antica e prestigiosa cattedrale.
Il monastero di Noravank
Ancora monasteri? Si, in Armenia, gli antichi edifici religiosi costituiscono le mete più ambite e gli edificati più interessanti eretti al di fuori della capitale. Rappresentano anche l’occasione ideale per immergersi nella meravigliosa natura dello stato caucasico. Tra tutti, è quello di Noravank a offrire il contesto naturale più suggestivo poiché è posizionato lungo le pareti a picco della stretta gola del fiume Amaghu dove, a dominare il paesaggio, è il colore rosso mattone della pietra arenaria.

Se potete scegliere, andateci nel primissimo pomeriggio quando le visite guidate (rare, ma non del tutto assenti), hanno preso il via per le altre mete del loro fitto programma giornaliero e voi, invece, potrete assaporare in tranquillità la magia del luogo che il silenzio amplificherà. Il monastero di Noravank è stato edificato nel XIII secolo e i suoi due edifici principali sono la chiesa a due piani di Surb Astvatsatsin (Santa Madre di Dio) e la chiesa di Surb Karapet (San Giovanni Battista). Nella prima, il secondo piano si raggiunge percorrendo le scale a sbalzo poste nella facciata che ne diventano anche una originale decorazione.
Echmiadzin
Echmiadzin è la città più sacra dell’Armenia. La località, posta a soli 20 chilometri da Yerevan, è la sede del Katholikos, il capo della Chiesa apostolica armena. Si tratta di una piccola Roma, dove, al posto della Basilica di San Pietro, troviamo la Cattedrale madre di Echmiadzin che ne costituisce il monumento più importante. A stabilire la sua edificazione fu San Gregorio Illuminatore (sempre lui…) quando, intorno all’anno 300, ebbe la visione di Cristo che scendeva dal cielo e colpiva il suolo con un martello d’oro per mostrare il luogo dove sarebbe dovuta sorgere la cattedrale. Echmiadzin significa proprio il luogo dove discese l’Unico Figlio. La cattedrale, nei secoli, subì diverse integrazioni, ma ha mantenuto il suo impianto originale.

L’edificio è anche noto perché custodisce reliquie di ragguardevole valore. Proprio al suo interno troviamo una delle diverse candidate ad essere l’autentica Lancia Sacra di Antiochia utilizzata per trafiggere Cristo crocefisso al costato, alcuni frammenti in legno dell’Arca di Noè (che si adagiò nella sommità del vicino Ararat) e la mano destra di San Gregorio utilizzata per benedire ogni nuovo Katholikos (quella sinistra di trova a Kozan o Sis in Turchia).
Curiosamente, il cranio di San Gregorio Illuminatore si trova in Italia e di preciso nella Chiesa di San Gregorio Armeno di Napoli. Fu trasportato nella città partenopea nell’VIII secolo dalle monache di S. Basilio. Le religiose erano in fuga da Costantinopoli e trasportarono la reliquia per metterla in salvo dalla furia iconoclasta che produsse la distruzione di un gran numero di rappresentazioni religiose.
Il misterioso cimitero ebraico
Usciamo dalle pur sempre poco frequentate rotte turistiche ingaggiando un tassista che, dalla fermata del nostro sgangherato maršrutka ci porterà a visitare un luogo ricco di fascino: l’antico e misterioso cimitero ebraico. Il cimitero si trova in prossimità del villaggio di Yeghegis, a 140 chilometri a sud est di Yerevan. Scoperto nel 1996 rivelò la presenza di una comunità ebraica in Armenia in un periodo (XIII e XIV sec.) durante il quale si pensava non vi fossero ebrei nello stato caucasico.

Più che la visita in sé, il luogo è un semplice giardino con circa quaranta tombe in granito disposte al suo interno, presso il cimitero, si potrà prendere atto di una antica, insospettabile, misteriosa e idilliaca comunanza tra ebrei e armeni in un tempo ancora lontano dalle rispettive e similari tragedie. Un’altra buona ragione per andarci è la magnificenza del paesaggio naturale che si trova nei dintorni del cimitero e che consente di effettuare vere e proprie perlustrazioni lungo i percorsi della catena montuosa del Caucaso Basso. Per approfondire, seguite questo link.

Ci sono numerose altre mete che potranno essere visitate come, ad esempio, il lago di Sevan. Quelle che vi ho elencato, tuttavia, sono, secondo la nostra opinione, le più significative tra le più facilmente raggiungibili da Yerevan, sia attraverso i maršrutka, sia attraverso i taxi che potrete prenotare privatamente e a prezzi molto convenienti (15,00/25,00 euro per raggiungere ciascuna meta compresa sosta e eventuali fermate intermedie).
Tutte le foto con il credit Looking for Europe sono state da noi realizzate (fotocamera)
Come sempre, un piacere leggerti! Una curiosità, che macchina usi per le foto?
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Grazie del vostro passaggio, sono felice vi sia piaciuto l’articolo. Sotto la mappa ti ho aggiunto due righe e il link per trovare esattamente il modello di fotocamera (è comunque una semplice compatta) che portiamo con noi. A presto!
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Bella! Io ho la sorellina minore! 😄
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Che foto fantastiche! *_* Ho condivisto il tuo articolo via Twitter.
Buone feste fatte 🙂
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Infinite grazie!
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Complimenti davvero un bel post! Fa davvero voglia di giungere in quei luoghi.
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Mi sono innamorata delle foto che hai fatto (bellissime!) senza contare la voglia che mi è venuta di viaggiare! 🙂
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Cara Erika, ti ringrazio moltissimo del commento!
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