Femen!

Qualche giorno fa mi sono imbattuto in una manifestazione delle nostrane Sentinelle in piedi che, immobili, vegliavano. Una veglia stantia, avvolta nel silenzio e caratterizzata dalla fissità degli sguardi dei suoi incupiti protagonisti. Non so perché, ma guardando le Sentinelle ho subito pensato che, se fossi donna, sarei una convinta attivista Femen…

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Le Femen a Parigi (Wikimedia CommonsJoseph Paris)

Tutt’altro che immobili, anzi, rapide e improvvise nelle loro azioni, le attiviste del movimento Femen sono decisamente plateali, controverse, destabilizzanti. Le proteste di Femen non sono autorizzate, sono imprevedibili e il più delle volte si chiudono con le giovani malamente trascinate via dalle forze dell’ordine.

Il nostro dio è donna, la nostra missione è protestare, le nostre armi… il seno nudo

Dal documentario Femen, L’Ucraina non è in vendita 

Il movimento nasce in Ucraina nel 2008 e successivamente si è diffuso in molte città del Vecchio Continente, Roma compresa.

Le protagoniste delle rocambolesche azioni sono femmine perché Femen nasce con il preciso obiettivo di difendere i diritti delle donne ucraine. Femministe, ma di nuova generazione, non sono mosse da un approccio ideologico, bensì dalle molte situazioni degradanti che rendono complicato essere giovani (e belle) nel paese ex sovietico.

Il femminismo tradizionale qui non lo conosce nessuno, non attecchisce, l’Ucraina non si adatta al femminismo. Dunque adatteremo il femminismo all’Ucraina

Anna Hutsol

Impunità de facto per il reato di stupro, induzione alla prostituzione, turismo sessuale, sessismo e lo stigma di donne “facili” che vorrebbe le giovani ucraine sempre pronte a soddisfare gli appetiti maschili, hanno trovato in Femen una reazione del tutto imprevedibile e maledettamente efficace.

L’obiettivo dichiarato? Smuovere le donne in Ucraina rendendole socialmente attive, ma non solo: oggi, il movimento opera in diversi paesi, Italia compresa, e per le più varie cause legate alle persistenti discriminazioni di genere…

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Oskana Shachko, una delle leader del movimento (Wikimedia Commnsxvire1969)

Femen nasce in Ucraina nel 2008. Il movimento è animato prevalentemente da studentesse universitarie tra i 18 e i 20 anni. A Kiev ci sono circa 300 manifestanti attive. Alle manifestazioni del gruppo partecipano le volontarie in topless insieme a altri membri completamente vestiti. La maggior parte delle manifestazioni si è svolta a Kiev, ma le Femen hanno manifestato anche in altre città quali Odessa, Dnipropetrovs’k, Zaporižžja, Milano, Londra, Vienna, Istanbul, Parigi, Roma e Venezia.

La gente può divertirsi a guardare il nostro seno quanto vuole, ma di certo non può ignorare il nostro messaggio perché è scritto proprio lì

Inna Ševčenko

Le Femen sono innocue, ma le loro proteste finiscono per ricevere una visibilità che va ben oltre la portata delle singole azioni che spesso si riassumono in una semplice apparizione in topless.

Sono proprio i seni al vento a trasformare semplici “irruzioni” in eventi mediatici di portata globale. Le immagini di reportage diventano virali e, vuoi per un certo compiacimento, vuoi per la loro teatralità disturbante, raccolgono milioni di visitatori online.

Il movimento è stato fondato da Hanna Vasylivna Hucol (classe 1984), nata in Russia e trasferitasi in Ucraina nel 1991. La Hucol ha fondato il movimento dopo essere venuta a contatto con le storie di numerose giovani connazionali andate all’estero e, tradite da false promesse, costrette alla prostituzione. Tra le protagoniste va menzionata Oksana Shachko che nell’agosto del 2009 per prima, durante una manifestazione a Kiev, scelse la fortunata formula di protestare in déshabillé. Le altre due figure di maggior rilievo del movimento sono Oleksandra Ševčenko e Inna Ševčenko. Inna, ha acquisito una certa notorietà per essere stata l’autrice materiale dell’abbattimento di una croce lignea posizionata nel centro di Kiev (2012). Utilizzando una sega elettrica, la giovane ha dissacrato uno dei più noti simboli della cristianità ortodossa nazionale con l’obiettivo di denunciare le pratiche retrograde dell’istituzione religiosa accusata anche di asservimento alla discutibile e compromessa politica governativa ucraina.

Eclatanti, provocatorie, indecenti, imbranate, liberatorie, impegnate, coraggiose prima e impaurite dopo, le Femen, hanno un curriculum di tutto rispetto che è arrivato persino a comprendere l’iniziativa di alcune giovani del mondo arabo (l’egiziana Alia al-Mahdi ad esempio) che hanno trovato nelle paladine ucraine ispirazione e sostegno per azioni che, visto il contesto, sono state decisamente ad alto rischio: nei paesi arabi, infatti, le sentinelle non se ne stanno semplicemente immobili….

Le proteste di Femen che nel 2018 è giunto al compimento del primo decennio di attività, sono innumerevoli, il movimento, infatti, è molto attivo e ben organizzato.

Gli attacchi delle attiviste, per lo più, hanno avuto a che fare con questioni sociali e politiche interne ucraine, ma hanno riguardato anche l’ex primo ministro e ora presidente della Russia Vladimir Putin (guardate il video dell’incursione durante l’incontro PutinMerkel a Hannover nel 2013), la chiesa cattolica (tre sono le incursioni sin ora avvenute in Piazza San Pietro), l’autocrate bielorusso Aleksandr Lukašenkoil Comitato Olimpico Internazionale e la sua acquiescenza con i sanguinari regimi islamici (qui il video dell’incursione in occasione delle olimpiadi di Londra del 2012) e numerose altre.

Le Femen sono un gruppo di ragazze che in tutta l’Europa si batte per i diritti civili e umani. Usano dei metodi alle volte un po’ provocatori per lanciare i loro slogan. Per esempio, vedete, si scrivono sul petto. Praticamente sono come dei Salvini senza felpa. A me le Femen piacciono un po’ perché adoro il loro stilista e un po’ perché ogni tanto ci azzeccano

Maurizio Crozza

Le ultime eclatanti azioni hanno avuto luogo in Francia prendendo di mira il Front National nell’imminenza delle recenti elezioni presidenziali. Nel video che trovate qui sotto potete vedere quanto accaduto durante uno dei comizi di Marine Le Pen in occasione dei festeggiamenti del primo maggio. Cosa urlavano le Femen? Heil Le Pen!

Per chi volesse approfondire, suggerisco la lettura del saggio Femen, Inna e le streghe senza Dio (ed.  Tra le righe libri, 2015). Si tratta di un libro inchiesta sulle Femen che dà voce diretta alle protagoniste attraverso una lunga intervista alla leader del movimento Inna Shevchenko. Da vedere il documentario Femen, L’Ucraina non è in vendita (Ukraine is not a brothel) della australiana Kitty Green che lo ha realizzato durante un anno di convivenza con cinque delle attiviste del gruppo. Il documentario, oltre che nell’edizione DVD, è anche saltuariamente disponibile nella programmazione del canale La Effe (qui sotto trovate il trailer). Infine, potete aggiornarvi sull’accuratissimo e ben redatto (ma in inglese) sito web ufficiale del movimento che vi invito a seguire.

La reazione e la critica alle azioni delle Femen è stata da sempre particolarmente dura. Più volte arrestate, occasionalmente pestate a sangue, minacciate di morte, tacciate di essere delle idiote (esemplare l’articolo del Fatto Quotidiano che trovate a questo link) o dei semplici manichini al servizio di scaltri poteri occulti (per questo si legga l’articolo di East Journal), le attiviste di Femen sembra non riescano proprio a farsi apprezzare dal grande pubblico e in particolare, da quello italiano. Da noi, infatti, ci sono le Sentinelle in piedi e c’è anche il Family Day

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