Si sta concludendo la quattordicesima edizione della prestigiosa esposizione internazionale d’arte contemporanea Documenta che si svolge ogni cinque anni nella città di Kassel in Germania. Noi l’abbiamo visitata nel corso del mese di agosto partecipando a un evento immersivo, perfettamente integrato nel tessuto urbano della città che lo ospita e frequentato da un pubblico attivo, numeroso e straordinariamente appassionato. Per alcuni mesi, infatti, la città tedesca resa poco attraente dal noto e sciagurato passato, si trasforma in una immensa galleria d’arte dove tutto è aperto, fruibile, animato. Scoprite di più sull’evento leggendo il nostro reportage…


Come è organizzata Documenta
L’esposizione si articola in una pluralità di sedi estemporanee (unica eccezione è il Documenta Halle) poste nel centro cittadino e a poca distanza l’una dall’altra. Gli spazi utilizzati sono per lo più musei e palazzi storici, ma anche due sale cinematografiche, una fabbrica abbandonata (la gloriosa Fabbrica del Tofu), i parchi cittadini, il deposito dell’ufficio postale centrale, le sedi universitarie, la storica stazione sotterranea dei treni (non più impiegata) e altre superfici temporaneamente declinate a galleria d’arte. Il biglietto (nel 2017 il costo era di 22,00 euro/giorno) può essere acquistato presso tutte le sedi principali. Ovunque in città si trovano le mappe con il dettaglio della dislocazione degli spazi espositivi e, per ciascuno di essi, degli artisti esposti. Non mancano alcune opere inserite negli spazi pubblici e liberamente fruibili come l’ormai celebre Partenone dei Libri (opera dell’argentina Marta Minujin) che occupa buona parte della centrale Friedrichsplatz e che ricostruisce l’architettura simbolo della classicità vestendola per intero con i libri banditi ai tempi del governo nazionalsocialista.





Cupa e laconica arte pubblica
Nella Friedrichsplatz, oltre al Partenone dei Libri, nella sommità dell’edificio storico Friedricianum, troviamo un’altra interessante installazione divenuta nota più che altro per l’elevato numero di telefonate d’allarme ricevute dai pompieri di Kassel a seguito della sua “attivazione” (30 telefonate nella sola prima serata). Si tratta dell’opera dell’artista romeno Daniel Knorr intitolata Expiration Movement che prevede una continua fuoriuscita di fumo bianco dalla antica torre trasformata per l’occasione in ciminiera. Un cupo rimando ai crematori dei “campi” ai tempi della Shoah, oppure ai roghi dei libri, i Bücherverbrennungen, organizzati dal regime nazionalsocialista nello stesso anno della presa del potere nel 1933. Cupa e eloquente.

Speciale Grecia
Il titolo scelto per l’edizione 2017 è stato Learning from Athens, un’espressione dai molti possibili significati, ma che, insieme alla enorme installazione pubblica che ripete fedelmente le proporzioni del Partenone e alla esposizione presso la sede principale, il Fridericianum, che presenta un’ampia selezione della collezione dell’EMST, il museo nazionale greco di arte contemporanea, dichiara l’obiettivo di esplorare ogni possibile relazione culturale con il paese mediterraneo e più in generale, l’ambizione di realizzare un evento dai contenuti fortemente politici. Nel 2017, inoltre, Documenta ha avuto una estemporanea succursale nella capitale greca (la mostra ellenica si è svolta da aprile a luglio). La prestigiosa esposizione internazionale, seconda per rilevanza solamente a quella veneziana della Biennale d’Arte, ha curiosamente inaugurato una consistente “espansione” proprio nel paese che ha vissuto e sta vivendo la più complicata e controversa relazione con la Germania dai tempi della seconda guerra mondiale.




Le prime rivelazioni
Nell’esposizione presso il moderno Documenta Halle, la sola sede stabile della manifestazione che fu inaugurata nel 1992 in occasione della nona edizione, sono state presentate alcune opere tra le più sensazionali della mostra. Magnifici i surreali e angosciosi dipinti della artista svizzera Miriam Cahn. Notevole e di rara bellezza l’installazione che è contemporaneamente poetica e drammatica dell’artista e compositore messicano Guillermo Galindo intitolata Destinazione di volo in Europa che affonda composta dai resti pendenti dei relitti delle imbarcazioni di profughi ritrovati lungo le coste greche. Suggestive e con un forte richiamo al soprannaturale le post-moderne maschere tribali dell’artista canadese Beau Dick (deceduto quest’anno). Infine nuovamente di notevole bellezza e di grande armonia le tele pendenti realizzate in fibra naturale dall’artista di origine malese Aboubakar Fofana.






Un passato complicato
Pochi passi lungo la piacevole promenade Shoene Aussicht che si affaccia dall’alto sul parco Karlsaue, l’invidiabile immenso polmone verde della città, e raggiungiamo la Neue Galerie dove, accanto alla collezione d’arte ottocentesca ospitata stabilmente dal museo, scopriamo nuove interessanti proposte: due in particolare. Iniziamo con l’opera Real Nazis del polacco Piotr Ulanski che raccoglie nel grande formato le immagini fotografiche inserite nel suo ultimo e omonimo lavoro editoriale. L’opera nasce come sequel della sua precedente raccolta intitolata The Nazis che metteva insieme le fotografie degli attori che negli anni hanno interpretato il ruolo di nazisti. Questa volta, i protagonisti sono gli uomini e le donne del famigerato regime (Hitler compreso) realmente esistiti e riportati alla memoria attraverso i più celebri, ma non più celebrati, ritratti in uniforme.


L’artista tedesca Maria Eichhorn propone un’installazione nuovamente dedicata alla memoria della più drammatica esperienza politica e sociale del paese europeo. Estremamente semplificata nella sua espressione, ma anche estremamente significativa, si tratta di una libreria che espone su entrambi i lati una raccolta di testi temporaneamente prestati da varie biblioteche pubbliche della città di Berlino. Si tratta dei libri che vennero sottratti agli ebrei durante gli anni delle persecuzioni e delle deportazioni e non più restituibili ai loro legittimi proprietari per le più varie e tragiche ragioni. Un’opera coraggiosa che interpretiamo come un sornione e intelligente atto d’accusa…

Leggete anche la seconda parte del nostro reportage…
Veramente molto interessante. Grazie per queste immagini.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Grazie a te Nicoletta della tua visita!
"Mi piace""Mi piace"
L’ha ribloggato su Parole in Piazza.
"Mi piace""Mi piace"
Che meraviglia…. è una vita che ci voglio andare e non ho ancora trovato il tempo di farlo.
Splendido reportage…. ho letto anche le altre parti…
"Mi piace"Piace a 1 persona
ti ringrazio molto, effettivamente la distanza e l’isolamento geografico di Kassel rispetto a ogni altra ambita meta teutonica rendono la visita un po’ complicata. Spero in ogni caso tu ci possa andare (magari già nella prossima edizione) e nuovamente di ringrazio molto molto molto della visita!
"Mi piace""Mi piace"