Dopo la visita alle principali sedi espositive, prosegue il nostro tour della quattordicesima esposizione d’arte Documenta di Kassel in Germania. Se non avete letto la prima parte seguite questo link, altrimenti, proseguite la lettura…
La persistenza delle tradizioni
Proseguendo la visita, entriamo nel Museo Nazionale dell’Assia, il Hessisches Landesmuseum, inserito in un pregevole edificio in stile misto neoclassico e jugendstil eretto nel 1913. Tra le opere esposte segnaliamo l’elegante e armoniosa scultura ornamentale in ceramica smaltata dal titolo Jali del giovane artista turco Nevin Aladağ. Segnaliamo anche il lavoro del collettivo neozelandese di artiste di etnia Maori, il Mata Aho Collective che espone un drappo leggero e azzurro che ricorda la persistenza delle antiche tradizioni anche nella modernità, quest’ultima rappresentata dal materiale tessile di produzione industriale impiegato. Di ispirazione letteraria, l’installazione dell’artista iraniano Nairy Baghramian è un omaggio al testo The Iron Table (Jane Bowls, 1943) la cui vicenda, un dialogo tra moglie e marito sull’opportunità di ritornare alla vita nel deserto lontana dalla civiltà, viene espressa attraverso forme geometriche dai colori vividi con un linguaggio decisamente concettuale…




Magnifiche le fotografie della artista indiana Gauri Gill che ha ritratto gli abitanti del villaggio di Maharashtra, noto per la creazione delle maschere Adivasi (il termine hindi per indicare gli indigeni), in situazioni quotidiane e indossando maschere ispirate alla idea espressa da ciascun soggetto sulla propria vita. Una serie di opere fortemente narrative, ma anche curiose e simpatiche.



Condizionamenti architettonici
Di fronte all’ingresso del Hessisches Landesmuseum, troviamo l’installazione del giovane ganese Ibrahim Mahama che nuovamente ricopre un’intera architettura, in questo caso si tratta delle Torwache (i due edifici storici denominati Guardia del Cancello), con teli di juta che sono stati cuciti insieme dagli emigranti. Una riflessione sulle deboli economie africane rappresentate dal materiale utilizzato che è quello dei sacchi per l’esportazione di prodotti agricoli a basso valore aggiunto che si accompagna a quella sul ruolo delle architetture nel determinare la “politica degli spazi” e di conseguenza il comportamento delle persone.



All’interno di uno dei due edifici delle Torwache, troviamo una delle esposizioni più interessanti dell’intera mostra. Si tratta delle opere pittoriche dell’artista albanese Edi Hila che, ispirandosi agli sfondi ambientali dei videogame di tattica militare, rappresenta paesaggi desolanti, vuoti, fuori dal tempo e dominati da cupe architetture del tutto simili a quelle che il regime comunista fece erigere anche nel suo paese natio.


Controversa arte pubblica
Con l’intento di raggiungere l’esposizione presso la Neu Neu Galerie, ritorniamo nella ampia e centrale Friedrichplatz e proseguiamo attraversando la Koenigsplatz. Oltre al Partenone dei Libri, nella prima delle due piazze, troviamo un’altra installazione molto ambita dai visitatori. Si tratta del’opera dell’artista curdo-iracheno Hiwa K che assembla venti grandi tubi per il sistema fognario trasformando ciascuno di essi in un micro ambiente domestico. Troviamo una camera, un bagno, una libreria e persino una cuccia per cani. L’opera che ha visto la collaborazione degli studenti per gli arredi, si ispira alle condizioni di vita dei rifugiati presso il porto di Atene che cercano riparo dalle intemperie ovunque sia loro possibile.


In posizione centrale presso l’ampia e circolare Koenigsplatz troviamo un monumento dalla forma di obelisco realizzato in cemento con nel basamento incisa nelle quattro lingue tedesco, inglese, arabo e turco, l’iscrizione “ero uno straniero e tu mi hai accolto”. Si tratta dell’opera Monumento per gli Stranieri e i Rifugiati (Das Fremdlinge und Flüchtlinge Monument) dell’artista americano-nigeriano Olu Oguibe che nell’iscrizione cita un verso dal Vangelo di Matteo (23:35).


Leggete anche la terza e parte del nostro reportage…
L’ha ribloggato su Parole in Piazza.
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