Le giovani europee: Loreta Asanavičiūtė

Una settimana prima di quel giorno, Loreta svegliò sua madre all’una e venti di notte e le raccontò il sogno che l’aveva appena fatta sobbalzare dal letto. Durante il sonno, la giovane (Loreta aveva 23 anni), vide una immensa nuvola nera e da questa nuvola vide emergere una creatura squadrata e oscura che le andava contro. Era il 6 gennaio 1991 e il tutto accadeva, come in seguito racconterà la madre Stasė, in un dimesso appartamento di Vilnius nella Repubblica Socialista Sovietica di Lituania. Sette giorni dopo quella notte, la creatura squadrata spuntò per davvero assumendo le nitide forme di un carrarmato dell’Armata Rossa che non arrestò la sua sciagurata corsa travolgendo proprio Loreta. La ragazza morì in ospedale qualche ora dopo. Diffusasi la tragica notizia, un’intera nazione pianse per Loreta e continuò a farlo anche dopo la liberazione dal dominio sovietico e lo fa ancora oggi e continuerà a farlo per molto, molto tempo…

Loreta Asanavičiūtė, nel frattempo, è diventata, da sovietica, europea. Oggi, infatti, può superare i confini occidentali del suo paese e viaggiare libera raggiungendo, se crede, le ambite spiagge del nostro paese, quelle spagnole, oppure Berlino, Copenhagen, Amsterdam… Seguendo molti suoi coetanei, può trovare lavoro prima in Germania e poi nel suo paese che, nel frattempo, è rinato lasciandosi alle spalle, per quanto possibile, 47 anni di illegittima occupazione sovietica. Chiaramente, tutto ciò non riuscirà a farlo in alcun modo, o forse sì, ma chissà come…

Loreta Asanavičiūtė era una ragazza da far innamorare. Aveva capelli neri, leggermente ondulati, di lunghezza media, con la riga a sinistra. Occhi scuri, sopracciglia folte e dritte e una bocca che non passava inosservata, con labbra piene, ben definite. Era minuta, con un collo lungo e sottile. La cosa più toccante era il suo sguardo serio… Doveva avere un carattere tranquillo, timido e introverso.

Da Anime Baltiche di Jan Brokken

La biografia di Loreta è interessante e racconta una storia che è la nostra storia anche se si è svolta oltre la cortina di ferro. Scorrendola, parteciperemo ai fatti che hanno portato all’indipendenza della Lituania insieme a quella degli altri due paesi baltici di Lettonia e Estonia. Parteciperemo alla Rivoluzione Cantata e parteciperemo anche alla Via Baltica e l’esperienza sarà talmente prodigiosa che non faremo altro che continuare, commossi, a ricordarla. Andremo infine, con lei nell’ospedale dove, ferita, venne trasportata e dove fu filmata perché la sua ultima immagine diventasse per tutti l’immagine simbolo di ciò che non doveva più accadere e che infatti, non accadde più.

Loreta Asanavičiūtė nacque a Vilnius il 22 aprile del 1967. Il padre abbandonò presto la famiglia e Loreta fu cresciuta insieme al fratello Bronius e alla sorella Renata dalla madre Stasė Asanavičiūtė. A quel tempo, Vilnius era la capitale della Repubblica Socialista Sovietica di Lituania dominata dall’impero di Mosca che nuovamente occupò i paesi baltici (1944) dopo la vittoriosa seconda guerra mondiale.

Nel 1972, la famiglia di Loreta si trasferì nell’anonimo nuovo quartiere popolare di Karoliniškės. Tre anni dopo, in quel quartiere, iniziarono i lavori di edificazione della Torre della Televisione di Vilnius che sarà completata nel 1980 diventando, con i suoi 326 metri di sviluppo verticale, l’edificio più alto della piccola repubblica. Il destino di Loreta si compirà proprio di fronte ad esso.

Sino al 1982, Loreta studiò alla Scuola Secondaria di Vilnius nr. 50 (nell’Unione Sovietica le scuole erano semplicemente identificate da un numero). Nello stesso anno, la giovane iniziò a lavorare nella fabbrica di abbigliamento Aušra come apprendista e poi come sarta. Proseguì gli studi frequentando la Scuola Secondaria Serale di Vilnius Nr. 1 e sostenendo nel 1985 l’esame di maturità.

Nel 1983 Loreta trovò un nuovo impiego presso la fabbrica di abbigliamento(?) Dovana dove continuò a lavorare sino alla sua precoce morte. Oltre al lavoro, tra il 1988 e il 1990, studiò alla Scuola Superiore per il Credito e la Finanza diplomandosi per diventare ragioniera.

Loreta amava la musica folk e fu membro di alcuni cori come quello aziendale della Dovana che la portò a esibirsi anche a Mosca, Leningrado (oggi San Pietroburgo) e Lvov.

Il 23 agosto 1989, Loreta partecipò alla manifestazione di protesta antisovietica denominata La Via Baltica (in lituano Baltijos kelias) quando circa due milioni di abitanti dei tre paesi baltici formarono una catena umana lunga quasi 700 chilometri che da Vilnius raggiunse Tallinn. Per tutti i partecipanti l’esperienza fu non solo memorabile, ma anche miracolosa e per questa ragione, lì dove ebbe inizio, nella piazza della Cattedrale di Vilnius, c’è una piastrella con incisa la scritta Stebuklas che significa miracolo. Anche Loreta Asanavičiūtė fu tra i protagonisti del miracolo.

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Nei mesi di gennaio e febbraio del 1991, a Vilnius, la protesta contro il regime si intensificò e si svolse prevalentemente davanti alla Torre della Televisione che venne occupata dai rivoluzionari allo scopo di diffondere il messaggio libertario. I rivoluzionari erano disarmati. Le truppe sovietiche tentarono, ma senza alcun successo, di reprimere la ribellione con quello che sarà l’ultimo violento sussulto di un impero già prossimo al collasso. Durante le convulse manovre controrivoluzionarie vi furono 14 vittime e tra esse vi fu anche la “nostra” Loreta.

Era la notte tra il 12 e il 13 febbraio, la giovane era di guardia alla Torre della Televisione di Vilnius. Insieme a lei c’erano le sue amiche Loreta Tručilauskaitė e Angelė Pladytė. La sensazione di essere lì, presenti e partecipi durante quella che si prospettava come  una svolta epocale portò le tre ragazze a sfidare il freddo, la paura e anche la loro timidezza. Mano nella mano, tremanti, si misero in ginocchio e si misero a pregare e anche a cantare perché così si faceva durante le proteste baltiche che diedero vita alla straordinaria Rivoluzione Cantata.

loreta vilnius

Alle 23.00 Loreta telefonò a casa, parlò con sua madre e le promise di rientrare a breve. Pochi minuti dopo si compì il suo destino perché la creatura squadrata e oscura con le severe forme di un carrarmato venne deliberatamente lanciata contro i manifestanti travolgendo la giovane lituana il cui corpo finì sotto il pesante mezzo. Furono anche sparati dei colpi di mitragliatrice che portarono all’uccisione di 13 manifestanti. Caos, terrore, cadaveri, i manifestanti e i soldati della Armata Rossa si trovarono letteralmente allo sbando e mentre tutto diventava oltremisura convulso e incomprensibile, il corpo di Loreta fu raccolto e trasportato di corsa all’ospedale della Croce Rossa dove i chirurghi fecero del loro meglio, ma non fu possibile in alcun modo salvarla. Loreta morì poco dopo all’età di 23 anni…

Durante la notte, mentre in ospedale si cercava di salvare la giovane, l’intero popolo lituano trattenne il fiato. Tutti si ritrovarono immersi in un profondo stato di angoscia e la notizia della sua morte provocò un immenso dolore ancora oggi ben impresso nella memoria collettiva.

vilnius loreta

Loreta Asanavičiūtė fu trasportata all’ospedale della Croce Rossa. All’arrivo chiese “Dottore, sopravvivrò?”. Una giornalista le avvicinò il microfono,  ma dalle sue labbra gelate non uscirono altre parole. Girò la testa a sinistra e guardò dritto nell’obiettivo. Domandate a un qualsiasi lituano: nessuno ha dimenticato quello sguardo, quella sofferenza.

Da Anime Baltiche di Jan Brokken

Noi europei occidentali abbiamo conosciuto Loreta molti anni dopo e grazie all’intero capitolo a lei dedicato dall’autore Jan Brokken nel suo Anime Baltiche. L’abbiamo conosciuta quando lei, ma la cosa non possiamo in alcun modo spiegare come sia avvenuta, è diventata europea e ha raggiunto le ambite spiagge del nostro paese e anche quelle spagnole e poi Berlino, Copenhagen, Amsterdam…

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