30 icone dell’architettura e del design di Berlino

Berlino è una capitale di grande fascino, con una storia unica poiché segnata da ripetute interruzioni a cui si è sempre accompagnata una straordinaria capacità di ripartire e con essa, di ricostruire. Luogo simbolo di tutti i fatti salienti del ventesimo secolo, Berlino offre la più illuminante, suggestiva e entusiasmante prospettiva sull’Europa moderna e contemporanea. Per conoscerla, capirla e amarla, non c’è modo migliore di raggiungere i suoi edifici e monumenti più rinomati, ma anche quelli più insoliti e curiosi…

1) La Torre della Televisione

Iconica e onnipresente, la Torre della Televisione (Fernsehturm) è tra i più rappresentati landmark di Berlino e della Germania. Nella capitale, la vediamo da ovunque perché i suoi 368 metri di altezza non trovano alcun rivale in una città dove lo sviluppo in altezza degli edifici è sottoposto a un persistente vincolo urbanistico. Edificata nel 1969 all’interno della ampia Alexanderplatz, la torre è l’opera di cui i socialisti della Repubblica Democratica Tedesca fecero maggiore vanto. L’alta colonna è interrotta da una sfera con pareti in metallo borchiato che ci ricorda le straordinarie avventure spaziali dei sovietici ai tempi dello Sputnik. La torre è il più alto edificio della Germania e il secondo più alto d’Europa. Al suo interno è ospitato un ristorante “girevole” e un ambito punto panoramico che richiama molti turisti anche se, ciò che non vedono da lassù, è proprio la celebre torre…

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La Torre della Televisione di Berlino | © looking for europe

2) La stazione della metropolitana di Alexanderplatz

Non è l’unica stazione meritevole di una visita tra quelle della metropolitana berlinese, ma più di tutte le altre rappresenta una piacevole scoperta. Dal livello terra dove Alexanderplatz si mostra in tutta la sua incoerenza architettonica, scendendo nella storica stazione della U-bahn scoprirete un luogo suggestivo connotato dalle pareti rivestite in piastrelle smaltate di colore verde acqua e dalle colonne metalliche verniciate nella stessa tonalità. Entrata in funzione nel 1913, come molte altre stazioni metropolitane di Berlino, anch’essa è stata progettata dall’architetto svedese Alfred Grenander (1863-1913) che identificò ciascuna fermata con un colore e uno stile esclusivo (dal modernismo della stazione di Wittenbergplatz al neoclassicismo di quella di Krumme Lanke).

Particolare della stazione della metropolitana di Alexanderplatz | © looking for europe

3) Il Memoriale Sovietico nel parco di Treptower

L’immane sacrificio dei sovietici ai tempi della Grande Guerra Patriottica conclusasi con la sanguinosa Battaglia di Berlino è commemorato in uno dei memoriali e cimiteri di guerra europei più ampi, ma anche meglio nascosti agli occhi del visitatore. Il Memoriale Sovietico (Sowjetisches Ehrenmal), tuttavia, merita una deviazione perché è fortemente suggestivo presentandosi con un apparato scenografico epico e di forte impatto. Al suo centro troviamo una statua bronzea alta dodici metri e posta su un piedistallo alto undici metri. La statua riproduce un soldato dell’Armata Rossa con in una mano la spada e nell’altra un bimbo salvato o liberato dal regime di Hitler. Ai suoi piedi distinguiamo una svastica finalmente frantumata. Il memoriale è posto all’interno del parco Treptower e si estende su una superficie di 100.000 metri quadrati…

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Presso il Memoriale Sovietico del parco Treptower | © looking for europe

4) Il Bierpinsel

Non c’è architettura più curiosa in tutta la città di Berlino dell’edificio comunemente denominato Bierpinsel, letteralmente “pennello della birra”. Posto nel quartiere di Steglitz, il pennellone con basamento in cemento e struttura multi-piano in acciaio è stato per anni utilizzato come ristorante sotto l’insegna Turmrestaurant Steglitz per poi rimanere in stato di abbandono e rischiare persino di essere abbattuto. Edificato tra il 1973 e il 1976, dal 2006 è in cerca di un nuovo padrone mentre, dal 2016, la municipalità ha saggiamente deciso di porlo sotto la tutela dei beni monumentali. Attualmente, un estemporaneo progetto di street art lo vuole multicolore (come lo vedete in foto), ma è prevista una nuova dipintura del rivestimento metallico per riportarlo al suo originale colore arancione…

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Il Bierpinsel di Berlino | © looking for europe

5) La Shell-Haus

Cambiando l’angolatura con cui osservate la Shell-Haus, l’edificio si trasforma come se volesse prendersi gioco di voi. Questa volta, tuttavia, si tratta di un’architettura sobriamente modernista che niente concede al gioco e all’ironia e che anzi, nasce per ospitare gli uffici della danarosa e poco propensa allo scherzo compagnia petrolifera Shell. Progettata dall’architetto e professore tedesco Emil Fahrenkamp (1855-1966), fu completata nel 1931 lungo le rive del canale Kandwehr. Ciò che la caratterizza è il disegno a gradoni del fabbricato reso dinamico dalla facciata ondulata e a ondulare sono sia le finestrature a nastro che le lastre di travertino. Per questo effetto che ricorda il moto delle acque, l’edificio è considerato una delle prime espressioni dell’architettura organica. Non c’è modo di passare oltre senza aver ripetutamente fotografato la Shell-Haus da ogni angolazione anche se, alla fine, tutte le immagini saranno ugualmente ingannevoli…

La Shell-Haus di Berlino | © looking for europe

6) L’ex aeroporto di Tempelhofer Feld

L’aeroporto Tempelhofer di Berlino è stato uno dei primi aeroporti al mondo. Inaugurato nel 1923, venne impiegato sino al 2008 quando la sua attività cessò a favore del più moderno aeroporto di Berlin-Tegel. La storia del Tempoelhofer Flughafen è ricca di eventi straordinari e la sua architettura è tra le più eloquenti testimonianze della glacialità e muscolarità degli edifici di epoca nazionalsocialista. Il terminal, infatti, fu riedificato tra il 1936 e il 1941 su progetto dell’architetto Ernst Sagebie come parte del piano di Albert Speer per la ricostruzione di Berlino. Per anni è stato il terzo edificio più grande al mondo confrontandosi con i soli Pentagono di Washington e Parlamento di Bucarest. Durante il Blocco di Berlino (1948-1949) voluto da Stalin, l’aeroporto divenne simbolo di speranza e libertà per gli abitanti di Berlino Ovest che ricevevano viveri e medicinali tramite l’imponente ponte aereo che vi faceva base. Oggi, l’immensa area delle piste di atterraggio è liberamente accessibile e fruibile…

Presso lo storico ingresso dell’aeroporto di Tempelhofer di Berlino | © looking for europe

7) Il Kino International

Il cinema International di Berlino è un edificio di grande eleganza posto lungo il monumentale Karl Marx Allee a poca distanza da Alexanderplatz. Sorto agli inizi degli anni sessanta segnò una cesura con il classicismo socialista che caratterizzò in particolare i mastodontici e anonimi edifici di Strausberger Platz. Per anni, il Kino International fu il più importante cinema della Repubblica Democratica Tedesca dove venivano proiettati in anteprima i lungometraggi dei gloriosi studi cinematografici della compagnia di stato DEFA. Il progetto architettonico è dei tedeschi Josef Kaiser (1910-1991) e Heinz Aust (1927). Il corpo superiore è caratterizzato dalla facciata quasi interamente vetrata e dai decori laterali con rilievi a soggetto sia figurativo che astratto.

Il Kino International | © looking for europe

8) Umlauftank 2

Considerato l’edificio più insolito della capitale, l’Umlauftank 2 (serbatoio di circolazione) fu completato nel 1975 all’interno del parco di Tiergarten lungo il corso del canale Landwehrkanal. La sua struttura si articola in un parallelepipedo sopraelevato alla cui base troviamo un’enorme condotta del diametro di otto metri. Si tratta di un’architettura la cui natura tecnica non è mascherata, bensì messa in evidenza grazie anche alla colorazione rosa e blu dei suoi due elementi principali. Di cosa si tratta? L’Umlauftank è un centro di ricerca appartenente alla Università Tecnica di Berlino al cui interno si svolgono esperimenti in materia di idrodinamica. Le navi riprodotte in scala vengono sottoposte ai test ingegneristici attraverso la simulazione dei moti ondosi generati da due pompe idrauliche che alzano l’acqua attraverso la condotta sino ai laboratori soprastanti per poi farla ricadere in basso. L’architetto Ludwig Leo (1924-2012) ha regalato a Berlino un’architettura curiosa che diverte poiché appare come se dovesse da un momento all’altro muoversi, ma con un moto del tutto improbabile…

La Umlauftank 2 di Berlino  | © looking for europe

9) Il centro commerciale Bikini Berlin

Bikini Berlin non è il solito centro commerciale: si tratta del primo concept mall della Germania al cui interno sono ospitate boutique originali e alcune attività di ristorazione. Nessun flag store, solo attività indipendenti che espongono i loro prodotti all’interno di circa 20 moduli in legno chiamati Pop Up Boxes. I moduli possono essere affittati esclusivamente per brevi periodi così da aggiornare di continuo le proposte. Si tratta di un’iniziativa a favore delle giovani start-up che possono approfittare dell’intenso passaggio in una delle aree più frequentate di Berlino. L’edificio risale agli anni cinquanta ed è stato integralmente ristrutturato diventando una delle più interessanti architetture di Berlino. Alle attività commerciali si affiancano ampi spazi pubblici come la grande terrazza che si affaccia direttamente sull’area dello Zoo di Berlino riservata alle scimmie. Sì, dal Bikini Berlin, tutti possono liberamente guardare le scimmie!

Il centro commerciale Bikini Berlin di Berlino  | © looking for europe

10) La Corbusierhaus

La Corbusierhaus di Berlino è la terza delle cinque Unità Abitative concepite dall’eminente architetto di origini svizzere conosciuto con lo pseudonimo di Le Corbusier (1887-1965). La prima fu completata a Marsiglia nel 1952 e in seguito venne replicata per rispondere alle crescenti esigenze residenziali nei centri abitati nell’Europa del dopoguerra. Quella di Berlino è stata la terza realizzazione inaugurata nel 1957. Intesa come una “villa verticale”, la Corbusierhaus ospita una fitta serie di spazi comuni oltre a 527 appartamenti disposti sui diciassette piani di sviluppo e lungo interminabili corridoi concepiti come vere e proprie vie. L’edificio che trovate nel quartiere di Charlottenburg e da qualche parte tra l’utopia e l’architettocrazia, offre una memorabile esperienza di visita che convenientemente potrà comprendere il vicino Olympiastadion.

La Corbusierhaus a Berlino  | © looking for europe

11) Il Schwerbelastungskörper

Nel quartiere di Tempelhof-Schöneberg troviamo una struttura colossale dalla forma cilindrica. Il suo nome si articola in ben ventitré lettere e traducendolo in italiano diventa “corpo che sopporta un carico pesante”. Si tratta di una reliquia del Terzo Reich risultata inamovibile poiché costruita interamente in calcestruzzo con altezza di 18 metri e pesante 12.650 tonnellate. Il suo scopo? Fu eretta per valutare il comportamento del terreno della capitale in vista della realizzazione dell’imponente arco di trionfo facente parte del mirabolante progetto di Albert Speer per la Berlino post bellica. Realizzato nel 1941, lo Schwerbelastungskörper affondò di circa 18 cm nei tre anni di test, mentre il valore massimo accettabile era di 6 cm. La guerra e le sue conseguenze, tuttavia, avrebbero reso in ogni caso inutile qualsiasi risultato. Dal 1995 è annoverato tra i beni storici.

Particolare del Schwerbelastungskörper | © looking for europe

12) Il museo Bauhaus-Archiv

Come probabilmente già sapete, il Bauhaus (per intero Staatlitches Bauhaus) fu fondato a Weimar nel 1919, venne trasferito a Dessau nel 1925 e terminò la sua esperienza a Berlino dove l’11 aprile del 1933, le SA, le milizie nazionalsocialiste, ne posero sotto sequestro l’edificio impedendo la prosecuzione delle attività. La meta berlinese più rilevante per conoscere l’esperienza della celebre scuola è il museo Bauhaus Archiv-Museum ospitato nell’iconico edificio ispirato all’architettura industriale con un preciso richiamo ai tetti a shed o a dente di sega. Progettato nel 1964 da Walter Gropius insieme alla associazione di architetti da lui fondata The Architects Collaborative (TAC), l’edificio doveva in origine essere realizzato a Darmstadt. Successivamente, venne modificato e adattato alla nuova collocazione stabilita all’interno del quartiere di Mitte nell’ex settore occidentale della Berlino divisa. L’edificio fu completato nel 1979.

Il Bauhaus-Archiv di Berlino | © looking for europe

13) La Kreuzberg Tower

Costruito come parte dell’Esposizione Internazionale dell’Edilizia (Internationale Bauausstellung) nel 1987, il complesso Kreuzberg Tower si trova all’interno dell’omonimo quartiere lungo la Charlottenstrasse. Articolato in una torre centrale (inizialmente ospitava gli atelier degli artisti) di quattordici piani e in due ali adiacenti (originariamente costruiti per l’edilizia popolare) con l’iconico tetto a farfalla, l’edificio è una delle rare realizzazioni su progetto dell’eminente architetto, teorico dell’architettura e potea americano John Hejduk (1929-2000). Efficacemente post-moderno, ironico e a modo suo, poetico, la Kreuzberg Tower è caratterizzata dai balconi e dai parasole in metallo di forma antropomorfa. Dalle numerose implicazioni teoretiche, ma anche con notevoli limiti nel comfort abitativo, il complesso ha più volte rischiato di subire drastici interventi che nutrite schiere di architetti (tra questi anche Peter Eisenman e Daniel Libeskind) hanno contribuito a limitare allo stretto necessario.

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Particolare del complesso Kreuzberg Tower di Berlino | © looking for europe

14) La Staatsbibliothek Preuβischer Kulturbesitz

Berlino conserva ancora tracce del trascorso di città divisa. Vi sono, ad esempio, quelle relative alla duplicazione degli edifici pubblici che si rese necessaria per soddisfare separatamente le esigenze dei cittadini di Berlino Est e di Berlino Ovest. Anche la Biblioteca Nazionale fu divisa in due sedi tutt’oggi presenti e attive anche se, con l’unificazione, fanno entrambe capo alla stessa direzione. Vi è la storica Haus Unter den Linden, oggi Haus 1, situata nell’omonimo viale e la moderna Haus 2 o Staatsbibliothek Preuβischer Kulturbesitz situata in Potsdamer Straße. La seconda in particolare, rappresenta una vera e propria icona dell’architettura organica e non solo per la città di Berlino. Frutto del genio creativo dell’architetto tedesco Hans Sharoun (suo anche il progetto della vicina Philharmonie), la biblioteca venne completata nel 1978 presentandosi con un involucro esterno frammentato poiché dato dalla somma di più volumi appoggiati l’uno sull’altro. All’interno, invece, troviamo un’unica grande sala disposta su più livelli collegati da percorsi labirintici dove si respira un’atmosfera di grande suggestione.

La sala centrale della Biblioteca di Stato di Potsdamer Straße| © looking for europe

15) La Porta di Brandeburgo

Con un cospicuo valore simbolico, la Porta di Brandeburgo è il solo landmark di Berlino in competizione con la Torre della Televisione e la cupola del Reichstag. Eretta a partire dal 1788, fu commissionata dal re Federico Guglielmo II di Prussia in segno di pace anche se, come sappiamo, la pace sarebbe arrivata solo due secoli dopo… Davanti alla porta, il 12 giugno 1987, Ronald Reagan incalzò il suo titubante avversario, con le parole: “Signor Gorbachov, abbatta questo muro!”. Il muro, infatti, vi transitava proprio di fronte. Dalla sua piattaforma di osservazione, i cittadini della repubblica socialista gettavano lo sguardo oltre la Cortina di ferro verso l’ovest recintato, ma pur sempre maledettamente attraente. Le storie che riguardano la Porta di Brandeburgo sono infinite, ma non tutte vere. La scultorea quadriga che la sormonta, ad esempio, non fu mai girata in senso contrario come vuole la leggenda…

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La Porta di Brandeburgo | © Nell’s Journey

16) L’Olympiastadion

Concepito per accogliere 100.000 spettatori, l’Olympiastadion venne realizzato in occasione dei giochi olimpici organizzati dal regime nazionalsocialista nel 1936. Inserito all’interno del Reichssportfeld (oggi Olympiapark), l’Olympiastadion nasceva per diventare l’edificio simbolo della superiorità tedesca e per dimostrare al mondo intero la solidità e inamovibilità del severo e al tempo ancora semplicemente minaccioso governo del Führer. Il compito fu svolto egregiamente. I progettisti si ispirarono allo stile monumentale classico e in particolare a quello dell’anfiteatro romano a cui si riferiva la ripetizione delle arcate concepite squadrate per sottolineare il carattere muscolare dell’edificio. Fu realizzato in meno di due anni su progetto degli architetti Werner e Walter March con la supervisione di Albert Speer a cui si affiancò lo stesso Adolf Hitler. Oggi lo stadio è in uso (vi gioca il campionato la Herta Berliner) ed è visitabile anche secondo un percorso storico e architettonico. Tra il 2000 e il 2004 è stato realizzato l’importante intervento di modernizzazione con l’inserimento dell’avvenirista copertura delle gradinate. Nel 2006 l‘Olympiastadion ha ospitato la finale dei Mondiali di calcio tra Italia e Francia (conclusasi 6 a 4).

Particolare del porticato dell’Olimpyastadion di Berlino  | © looking for europe

17) La torre del complesso GSW

Il primo grattacielo costruito a Berlino dopo la caduta del muro è stato quello progettato dallo studio Sauerbruch Hutton Architects per la compagnia immobiliare GSW. Si tratta di uno dei progetti di ricostruzione ancora oggi rimane tra i più ragguardevoli della città. Completato nel 1999, l’edificio a 22 piani è parte di un complesso che comprende anche quattro volumi preesistenti sorti a partire dagli anni cinquanta. La facciata ovest è leggermente curvata ed è caratterizzata dai pannelli colorati inseriti tra le vetrate per riparare gli uffici dalla luce diretta. I pannelli sono multicolore con tonalità dal rosa chiaro al bordeaux e vengono separatamente controllati dando al prospetto principale dell’edificio un aspetto sempre mutevole, ma comunque elegante. Il complesso di trova nell’ex Berlino Ovest nel distretto di Kreuzberg a soli 250 metri dal Checkpoint Charlie.

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Particolare della facciata ovest del grattacielo GSW  | © Jean-Pierre Dalbéra

18) La Fabbrica di Turbine AEG

Se tra le premesse del Movimento Moderno volessimo individuare quella più rilevante, dovremmo riferirci alla figura e all’opera dell’architetto e designer tedesco Peter Behrens di cui Berlino conserva alcune tra le realizzazioni più note. Dobbiamo, inoltre, ricordare che tra gli allievi di Behrens vi furono Walter Gropius, Mies van der Rohe e Charles Edouard Jeanneret-Gris (meglio noto come Le Corbusier). Nella capitale tedesca, vi invitiamo a visitare il capannone industriale della Fabbrica di Turbine AEG (AEG Turbinenfabrik) costruito nel 1909 e divenuto imprescindibile riferimento del proto-razionalismo architettonico. Non è possibile qui descrivere le molte implicazioni stilistiche e funzionali di un edificio il cui impatto sull’architettura di inizio Novecento fu enorme, non faticherete in ogni caso, a trovare online numerose descrizioni e critiche. Curiosamente, l’influente Behrens non studiò architettura, bensì pittura…

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L’esterno della Fabbrica di Turbine AEG di Berlino | © Michael Day

19) La Neue Nationalgalerie

Inaugurata nel 1968, la Neue Nationalgalerie è stata il primo museo ad essere costruito nell’area che in seguito diventerà il Kulturforum. Il suo progettista, l’architetto tedesco Mies van der Rohe (1886-1969), è uno dei padri del Movimento Moderno a cui dobbiamo la celebre espressione “less is more” e una molteplicità di architetture di grande fascino e ambizione sia estetica che tecnica. L’incarico per la realizzazione della Neue Nationallgalerie lo raggiunse in tarda età riportandolo a operare nella città da cui, nel 1933, fu allontanato durante la sua direzione dell’istituto del Bauhaus. Ne risultò un opera fortemente innovativa, concepita come un tempio moderno la cui grandiosità emerge solo in parte sviluppando gli spazi espositivi nei piani interrati. Rigido, austero, drammatico, l’edificio è caratterizzato dall’ampia aula quadrata (con lato di 65 metri) sormontata da un tetto in acciaio che poggia su solamente otto pilastri anch’essi in acciaio. Le pareti sono integralmente vetrate.

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La Neue Nationalgalerie di Berlino  | © Jean-Pierre Dalbéra

20) East Side Gallery

Tra le icone dell’architettura di Berlino vi sono le persistenti tracce del muro che per 28 anni, 2 mesi e 26 giorni, a partire dal 1961 e sino al 9 novembre 1989, separò la città in due con la funzione di contenimento mascherata da protezione verso l’esterno. Quello che chiamiamo “muro”, in realtà, fu un vero e proprio sistema articolato in una molteplicità di infrastrutture di cui, tuttavia, l’elemento simbolo sono le piastre prefabbricate di cemento armato. Il luogo più ambito dai turisti e con il più lungo tratto conservato del muro è la East Side Gallery che si trova lungo la Mühlenstrasse seguendone il corso per 1,3 chilometri. Interamente decorata con opere di street art, si tratta della più lunga galleria d’arte all’aperto del mondo e ospita più di cento dipinti murali originali. Tra le opere più famose troviamo The Mortal Kiss di Dimitrji Vrubel che raffigura Erich Honecker e Leonid Breznev mentre si baciano sulla bocca e Test the Best di Birgit Kinder che mostra una Trabant che sfonda il muro…

Lungo la East Side Gallery | © looking for europe

21) Ampelmännchen

Non molto rimane dei prodotti e del design creati nella Repubblica Democratica Tedesca (1949-1990). Il dilagare dei manufatti occidentali ha travolto tutto o quasi, ciò che per quarantuno anni accompagnava la vita dei tedeschi dell’est. Qualcosa, tuttavia, è rimasto. L’Ampelmännchen ad esempio. Di cosa si tratta? Del simpatico omino rosso con le braccia aperte che, diventato all’improvviso verde, se ne va scanzonato a passeggio con il suo cappottino. Ampelmännchen (in italiano “omino del semaforo”) è la denominazione con cui è nota la figura antropomorfa rappresentata sulle lanterne semaforiche pedonali che troviamo a Berlino e in molte altre città della ex Germania dell’Est. Fu creato nel 1961 dallo psicologo e designer Karl Peglau e disegnato da Anneliese Wegner (la sua segretaria) allo scopo rendere più evidente e differenziare il messaggio stop/avanti pedonale da quello stradale. L’obiettivo era di limitare la crescente ondata di incidenti stradali con vittime i pedoni. La scelta di una figura antropomorfa si accompagnò a quella di un personaggio divenuto a tal punto simpatico che non fu possibile in alcun modo sostituirlo con il tradizionale segnale luminoso utilizzato nella Germania dell’Ovest. La prima installazione avvenne nel 1969 tra la Unter den Linden e Friedrichstrasse riscuotendo subito successo in quanto grazie a esso anche i daltonici, gli ipovedenti e i bambini riuscivano a comprendere più facilmente il significato dei segnali. La gloriosa storia continua ancora oggi mentre a Berlino possiamo trovare amche tre fornitissimi negozi monomarca Ampelmann specializzati nella vendita di prodotti ispirati al simpatico e utile omino luminoso.

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L’Ampelmännchen riprodotto presso il negozio Ampelmann | © looking for europe

22) La Alte Nationalgalerie

Progettato dall’architetto prussiano Friedrich August Stüler (1800 – 1865), l’edificio della Alte Nationalgalerie di Berlino rappresenta uno dei gioielli architettonici del neoclassicismo tedesco. Allievo dell’influente Karl Friedrich Schinkel (suo, tra gli altri, il vicino Altes Museum), Stüler fu l’autore di molti prestigiosi edifici della capitale come la celebre Neue Synagoge di Berlino-Mitte. La Alte Nationalgalerie è uno dei cinque musei che compongono il complesso del Museuminsiel o Isola dei Musei poiché per intero circondata dal fiume Sprea. L’edificio poggia su di un alto basamento raggiungibile tramite una doppia scalinata, sulla cui sommità vi è la statua equestre di Federico Guglielmo IV. La facciata dell’edificio è preceduta da una fila di colonne, sul timpano vi è la raffigurazione della Germania come patrona delle arti, mentre in cima all’edificio si trova una scultura rappresentante l’arte. Sul frontone vi è l’iscrizione: Der Deutschen Kunst (All’arte tedesca). La collezione ospitata al suo interno è di straordinario interesse raccogliendo, tra le altre, importanti opere di Caspar David FriedrichKarl Friedrich Schinkel (questa volta investe di pittore) e Arnold Böcklin.

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La facciata della Alte Nationalgalerie di Berlino | © visitBerlin

23) La Colonna della Vittoria

Ispirata alla torre faro del Cimitero di Brescia, celebrante tre vittorie, letteralmente traslocata all’interno della città, immortalata nella più celebre pellicola ambientata nella capitale tedesca (Il cielo sopra Berlino) e divenuta simbolo della comunità gay di Berlino, la Colonna della Vittoria, in tedesco Siegessäule, è un monumento ricco di storia e di curiosità. A progettarla fu il tedesco Heinrich Strack, allievo dell’architetto e pittore Karl Friedrich Schinkel a cui dobbiamo magnifiche architetture (e dipinti) che segnarono l’apice del neoclassicismo tedesco. La torre si trova nel centro del parco Tiergarten, ma sino al 1939 era posta in prossimità del Reichstag. Nata per celebrare la vittoria della Prussia sulla Danimarca (1864), vi fu aggiunta la bronzea statua della Vittoria per commemorare quella successiva sulla Francia e Austria (1870 – 1871) e fu successivamente rialzata con un quarto blocco a seguito della vittoriosa blitzkrieg di conquista della Francia (1940). Il suo significato militaresco e politico, tuttavia, è stato via via depotenziato. Curiosamente, infatti, l’alta colonna è diventata il punto d’arrivo dell’annuale Christopher Street Parade organizzata dalla comunità gay di Berlino e la sua immagine più ricorrente è quella che troviamo all’interno delle sequenze del lungometraggio del tedesco Wim Wenders, Il Cielo Sopra Berlino (1987) con l’angelo Cassiel seduto sulla spalla della Vittoria alata.

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La statua della Vittoria sulla Colonna della Vittoria | © John Bailey

24) Il teatro Schaubühne am Lehniner Plat

Il complesso Woga e il cinema Universum (oggi teatro Schaubühne am Lehniner Platz) è stato l’intervento edilizio più imponente realizzato nel centro di Berlino durante la Repubblica di Weimar (1919-1933). Autore del progetto è stato Erich Mendelsohn (1887-1953) considerato come l’esponente del Movimento Moderno più ingiustamente trascurato dalla storiografia. Anche in assenza di notorietà, Mendelsohn rimane la figura cardine dell’espressionismo architettonico (sua la iconica Torre Einstein di Potsdam) e l’autore di una moltitudine di edifici di grande bellezza la cui caratteristica comune è la straordinaria dinamica che il progettista riuscì a imprimervi. L’ex cinema Universum in particolare, è caratterizzato dal movimento in orizzontale dato dalla forma semicircolare e dalla finestratura a nastro del prospetto e da quello verticale dato mirabilmente dall’organizzazione scalare dell’edificio e dal camino di ventilazione sporgente che svolge anche il ruolo di torre pubblicitaria.

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L’attuale teatro Schaubühne am Lehniner Platz  | © looking for europe

25) La Tommy-Weisbecker-Haus

Come ogni grande città, anche Berlino ha subito l’inesorabile processo di gentrificazione. Kreuzberg, ad esempio, è divenuto un quartiere fortemente attrattivo per i grandi investitori immobiliari che si sono appropriati di un distretto sino a pochi anni fa relativamente degradato. A resistere alle consistenti promesse economiche sono in pochi e tra questi troviamo in prima fila gli squatter anarchici del centro sociale Tommy Weisbecker Haus. Siamo lungo la Wilhelmstrasse davanti a un modesto edificio di cinque piani di inizio novecento che non noteremmo se non fosse per le sue pareti interamente decorate da fantasiosi murale. Il suo nome è in omaggio al dissidente anarchico Weisbecker ucciso nel marzo del 1972 all’età di 23 anni dalla polizia di Berlino Ovest durante una manifestazione di protesta contro quella che veniva percepita come una politica reazionaria di estrema destra. L’immobile fu occupato nel 1973 e a gestire le iniziative che vi si svolgono è l’associazione no-profit Sozialpädagogische Sondermaßnahmen Berlin. Dopo quarantacinque anni di instancabile attività politica, artistica e sociale e di luogo di rifugio per creativi, senzatetto e profughi, oggi, la Tommy Weisbecker Haus è diventata un’ambita meta turistica con una storia singolare, un futuro incerto e un aspetto immaginifico.

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Murale presso la Tommy Weisbecker Haus  | © looking for europe

26) Boros Bunker

Lo storico e monolitico bunker che trovate a Mitte all’angolo tra la Reinhardtstrasse e la Albrechtstrasse fu edificato nel 1942 durante la guerra per dare rifugio dagli attacchi aerei alleati ai viaggiatori in arrivo alla stazione di Friedrichstraße.  Risultato inamovibile data la sua possenza, il bunker oggi ospita una rinomata galleria d’arte con annessa una residenza di pregio. Proprietari dell’insolito immobile sono i galleristi Christian e Karen Boros titolari di una invidiabile collezione di opere d’arte internazionale realizzate a partire dagli anni novanta. I coniugi Boros risiedono nell’attico ricavato all’ultimo piano della struttura, mentre le esposizioni si articolano nei rimanenti 3.000 metri quadri di spazio espositivo. Dopo la guerra, il bunker venne impiegato dall’Armata Rossa come prigione, successivamente, diventò un magazzino per la frutta e in particolare per le banane importate dal solo paese tropicale “amico”, Cuba. I berlinesi della Repubblica Democratica Tedesca lo chiamavano “Banana Bunker” come tutt’oggi è ancora conosciuto nella capitale. Durante gli anni novanta fu impiegato come locale techno divenuto famoso per le feste a tema fetish che gli valsero il primato del locale più trasgressivo del mondo. Dopo altri improbabili impieghi, finalmente, nel 2003 i coniugi Boros ne diventarono proprietari trasformandolo in una gallerie d’arte aperta al pubblico (ma solo su prenotazione della visita).

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Il Boros Bunker di Berlino  | © looking for europe

27) La Ludwig-Erhard-Haus

Non a Berlino e neppure in altre città troverete un edificio così retro futurista come lo è la Ludwig-Erhard-Haus. Nata per ospitare uffici, sale conferenza e, al piano terra, la borsa di Berlino, appare come direttamente ispirata alle architetture del futuro così come immaginate nel lungometraggio Blade Runnner. La sua forma è data da quindici archi ellittici in acciaio di diversa altezza che ne costituiscono l’ossatura e che le hanno valso il curioso nomignolo di “armadillo”. All’interno troviamo un ampio passaggio vetrato da cui vediamo salire e scendere improbabili capsule in metallo che svolgono la funzione di ascensori. La Ludwig-Erhar-Haus è stata realizzata tra il 1992 e il 1996 su progetto dello studio Nicholas Grimshaw & Partners. I tedeschi conoscono molto bene l’edificio e i suoi percorsi interni poiché è stato utilizzato come set per numerosi thriller made in Germany. Lo trovate nel quartiere di Charlottenburg a pochi passi dal giardino zoologico. La visita all’interno può avvenire, ma senza dare troppo nell’occhio…

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L’ampio passaggio vetrato all’interno della Ludwig-Erhard-Haus

28) Il villaggio creativo Holzmarkt

In fase di completamento, ma già in grado di accogliere berlinesi e visitatori a tute le ore del giorno e della notte, l’Holzmarkt è uno dei complessi architettonici più curiosi, stravaganti, singolari e lodevoli della capitale tedesca. Di cosa si tratta? Di un villaggio creativo articolato in una pluralità di strutture e iniziative disposte lungo le rive del fiume Sprea tra le stazioni di Ostbahnhof e di Jannowitzbrücke. Il complesso comprende, tra le altre, un locale notturno (Kater Bau), un ristorante (Katerschmaus), un bar (Holzmarkt Pampa) e un cinema all’aperto (Holzmarkt 25). Sono anche in costruzione quattro stabili destinati ad accogliere artisti e creativi e a tutto ciò si collegheranno altri edifici che nell’insieme definiranno una vero e proprio villaggio residenziale e culturale. Vi sono, inoltre, propizi terrazzamenti sul corso d’acqua e una vera e propria spiaggia fluviale che d’estate è presa letteralmente d’assalto dai berlinesi e dai turisti più informati sulle ultime novità della capitale. Nell’insieme, le opere vantano un elevato grado di eco-sostenibilità e costituiscono una promettente deviazione dal processo di gentrificazione a cui l’intera area è da tempo sottoposta. Parte delle strutture sorgono lì dove era insediato lo storico Bar 25 uno dei locali più frequentati e noti della città che ha cessato la gloriosa attività nel 2010. Dalle ceneri di quello che fu uno dei miti della Berlino post muro sta nascendo una realtà già divenuta modello di quartiere accogliente, libero e creativo.

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Berlino, il villaggio creativo Holzmarkt | © Looking for Europe

29 La Neue Wache

Se dovessimo scegliere l’architetto che maggiormente contribuì a definire l’identità architettonica di Berlino, dovremmo riferirci all’eminente Karl Friedrich Schinkel (1781 – 1841). Suoi il magnifico Altes Museum e il Duomo di Berlino che insieme costituiscono i due edifici più celebrati tra quelli berlinesi dell’epoca pre-moderna. Sua anche la Neue Wache (Nuova Guardia) che definisce in modo netto e programmatico lo stile neoclassicista tedesco di cui Schinkel fu il più autorevole promotore. Posta lungo il viale Unter den Linden la Neue Wache fu eretta tra il 1815 e il 1818 su volontà del re Federico Guglielmo III per ospitare il Corpo di guardia e per diventare un monumento alla memoria dei soldati tedeschi morti durante le guerre contro Napoleone. Dalla fine del diciannovesimo secolo, mantenne l’esclusivo scopo cerimoniale funzionale alla esaltazione della forza e solidità del regno di Prussia. Durante la repubblica di Weimar, nel 1931, fu trasformata in memoriale per le vittime della Grande Guerra. Negli anni del nazionalsocialismo (1933 – 1945) diventò il luogo scelto per l’annuale celebrazione degli eroi tra i militari tedeschi e in seguito, dopo la divisione delle due Germanie, le autorità della Germania dell’Est la convertirono in Memoriale alle Vittime del Fascismo e del Militarismo. Dopo la riunificazione, dal 1993 è diventata memoriale alle vittime della guerra e della dittatura. Al suo interno, su proposta del cancelliere Helmut Kohl fu inserita la commovente scultura di Käthe Kollwitz intitolata Una madre con il suo figlio morto che tutt’oggi possiamo vedere.

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La Neue Wache (Corpo di guardia) di Berlino | cc Pascal Volk

30) La cupola del Reichstag

La storia del Reichstag, la sede del parlamento tedesco, è poco più che centenaria, ma gli accadimenti che lo hanno direttamente e spesso tragicamente coinvolto sono innumerevoli. Oggi, ciò che maggiormente lo caratterizza è l’interessante intervento che ne ha ricostruito in chiave moderna la storica cupola trasformandola in un elemento dal forte valore simbolico. Il progetto che comprendeva il generale riassetto dell’edificio, è dello studio Norman Foster & Partners e la definitiva apertura del rinnovato stabile avvenne nel 1999 quando il 19 aprile tornò ad accogliere la seduta plenaria del parlamento. La cupola è ricca di significato e di soluzioni tecniche ancora oggi avanguardiste. Al suo interno troviamo due rampe elicoidali che portano il visitatore nella cima della piattaforma posta proprio sopra la sede delle sedute camerali. In questo modo, le persone comuni si trovano a passeggiare sopra le teste dei loro rappresentanti ricordandoci quanto il lavoro dei secondi debba essere a esclusivo servizio dei primi. Internamente, la cupola ha al suo centro un elemento dal forte impatto architettonico denominato “light sculptor”. Si tratta di un alto tronco di cono rivestito di specchi di vetro altamente riflettente con un ruolo sia simbolico (amplifica idealmente quanto viene discusso durante le sedute parlamentari) che funzionale (impedisce il surriscaldamento e l’eccessiva illuminazione solare). Oggi, la visita alla cupola del Reichstag è una delle mete più ambite della città richiedendo una prenotazione anticipata anche di alcune settimane.

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La cupola del Reichstag | ©  Jean-Pierre Dalbéra

La capitale tedesca ospita numerose altre architetture iconiche di cui, se vorrete, potrete conoscerne le caratteristiche salienti continuando a seguire Looking for Europe…

 

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11 pensieri su “30 icone dell’architettura e del design di Berlino

    1. Grazie! Ottimo suggerimento! La via delle ambasciate nell’insieme è molto interessante. Anche quella italiana, tra l’altro, ha una sua (controversa) importanza storica… Infinitamente grazie e a presto!

      Piace a 1 persona

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