Le Stolperstein, in italiano Pietre d’inciampo, sono il più noto memoriale dedicato alle vittime della Shoah e delle altre azioni criminali poste in atto dal governo nazionalsocialista. Si tratta di un memoriale diffuso al cui sviluppo contribuiscono una pluralità di soggetti assieme alla fondazione Stiftung Spuren creata e gestita dal tedesco Gunter Deming, l’ideatore delle pietre commemorative. Il progetto ha natura evolutiva e dal 1995 continua a crescere raggiungendo sempre più località (attualmente sono coinvolti 26 stati, Italia compresa, con più di 71.000 Pietre d’inciampo installate). L’opera è di straordinario interesse e merita attenzione…

Il memoriale diffuso delle Pietre di inciampo prevede l’inserimento nel selciato di ciottoli, ciascuno della misura di dieci centimetri quadrati, formati da una base in cemento coperta da una placca in ottone. Nella placca, sotto il comune titolo “qui ha vissuto” (hier wohnte in tedesco), sono incisi i dati della singola vittima: nome, cognome, anno e luogo di nascita, data della deportazione e data e luogo della morte. Quest’ultimo corrisponde al campo di concentramento o di sterminio dove la vittima fu condotta al tempo della soluzione finale o, in alternativa, troviamo la scritta “morto durante il trasporto”. I ciottoli sono posti in corrispondenza della storica abitazione o del luogo di lavoro della vittima. Un ciottolo, un nome, una vittima.
Improvvisamente sono lì, proprio davanti la tua porta d’ingresso, ai tuoi piedi, davanti a te
Gunter Deming
L’ideatore e la nascita delle Pietre di Inciampo
L’ideatore del progetto è l’artista tedesco Gunter Demnig nato a Berlino nel 1947. Durante gli anni novanta, Deming inaugura a Colonia due opere di natura concettuale dedicate alla memoria delle vittime del Porajmos (lo sterminio dei Rom e dei Sinti avvenuto con le stesse modalità della Shoah): una tracciava sul selciato il percorso delle deportazioni e l’altra, riportava inciso su una placca di ottone l’ordine di espulsione emesso da Heinrich Himmler. In seguito a queste esperienze concepisce le future Pietre di inciampo che Deming inaugura nel 1996 nel quartiere di Kreuzberg a Berlino dove furono installati i primi 55 ciottoli commemorativi inizialmente senza autorizzazione. Nel 1997 vennero inserite le prime due pietre al di fuori della Germania nella località austriaca di Sankt Georgen. Nel 2001, Deming ottenne il permesso per installare altre 600 pietre in Germania. Nel 2007, il progetto raggiunse le prime 13.000 installazioni in più di 280 città estendendosi anche all’Italia, Olanda e Ungheria. Nel 2010 le Pietre d’inciampo erano 25.000, nel 2017, 61.000 e nel 2019, 71.000 distribuite in 1.200 località e 26 nazioni. Nuove installazioni sono quotidianamente in corso.

Come si procede alla applicazione delle Pietre di Inciampo
La fondazione tedesca Stiftung Spuren guidata da Deming e con sede nella località di Elbenrod in Assia, ha stabilito precise regole per dare seguito alle applicazioni delle Pietre di Inciampo prevedendo numerose possibili situazioni dubbie o incoerenti. Ecco alcuni criteri.
Le Pietre di inciampo si applicano a livello della carreggiata o del marciapiede. Non possono essere collocate nel cemento, nella terra o in mezzo alla ghiaia; di fatto, trovano la collocazione ideale tra i sanpietrini. A sporgere è unicamente la placca d’ottone che svolge il simbolico ruolo di “inciampo” per i passanti.
Le Pietre di inciampo sono individuali: un ciottolo, un nome, una vittima.
Le Pietre di inciampo si collocano nell’ultimo luogo conosciuto di residenza o di lavoro liberamente scelto dalla vittima.

A proporre l’installazione sono privati cittadini, parenti delle vittime, associazioni, scuole, enti pubblici. Le pratiche amministrative sono a carico dei proponenti mentre, l’organizzazione di Gunter Deming registra la richiesta, la correttezza della documentazione e calendarizza l’intervento di posa.
L’installazione viene fatta di persona da Gunter Deming. Il proponente deve provvedere a predisporre la apposita sede per l’inserimento delle pietre nella pavimentazione.
Le Pietre di inciampo sono realizzate dall’organizzazione di Gunter Deming e la placca è incisa a mano.
Prima dell’installazione viene richiesto di compiere ogni sforzo per trovare e informare i parenti del commemorato. Al momento dell’installazione, è prassi invitarli perché possano, se lo desiderano, recitare il Kaddish o Kaddish del lutto o dare corso ad altre celebrazioni commemorative come discorsi o canti.
Viene richiesto di provvedere ciclicamente alla pulizia della placca in ottone poiché la continua esposizione agli agenti atmosferici e alla polvere e sporco possono rendere illeggibile quanto riportato. Abitualmente, gli interventi di ripristino coincidono con il giorno della memoria (27 gennaio) o in occasione di altre ricorrenze commemorative (come la annuale commemorazione della Kristallnacht o Notte dei Cristalli del 9 novembre).
Al principio “un ciottolo, un nome, una vittima” fanno eccezione esclusivamente le Soglie d’inciampo (Stolperschwellen) applicabili in casi straordinari quando la commemorazione riguarda un numeroso gruppo di persone in un unico posto (nella stazione di Stralsund, ad esempio, è collocata la soglia che ricorda il luogo di partenza di 1.160 malati di mente deportati nel dicembre 1939 nell’ambito dell’azione di eutanasia forzata Aktion T4). Anche queste targhe sono codificate dovendo misurare 100 per 10 centimetri. Nel 2017, le Soglie di inciampo installate erano 25.
L’organizzazione Stiftung Spuren che gestisce il progetto elenca le fonti ufficiali che possono confermare la validità dei dati riportati nelle placche. Tra le fonti troviamo l’archivio israeliano dello Yad Vashem e l’Archivio Federale Tedesco.
Il significato delle Pietre di Inciampo
Il progetto si presta a numerose attribuzioni di significato. La prima è ben delineata dal motto del suo ideatore: un ciottolo, un nome, una vittima. Non un memoriale collettivo e astratto, ma con l’obiettivo di commemorare i singoli individui travolti dalle politiche repressive e razziali del nazionalismo.
Ciascuna pietra, rappresenta simbolicamente il ritorno a casa del deportato. Esprime l’idea che la vittima continua e continuerà ad appartenere al luogo da cui fu strappata con violenza.
Sornioni nel loro richiamo alla commemorazione, i ciottoli placcati possono passare inosservati, ma possono anche essere notati in una qualsiasi strada, in un qualsiasi momento, da un qualsiasi passante. Presenti, ma discreti. Non si impongono, non chiedono, aspettano…

L’opera ha carattere non solo evolutivo, ma anche inclusivo e partecipativo portando all’interno del “percorso della memoria” una moltitudine di soggetti che sono i promotori privati o pubblici, gli uffici comunali, il vicinato e, se in vita, i parenti delle vittime. In Germania sono particolarmente attive le scolaresche che si occupano di effettuare le ricerche storiche, di raccogliere i fondi e di gestire le pratiche per l’approvazione delle installazioni. Episodio simbolo del coinvolgimento creato dalle Pietre di inciampo fu l’iniziativa promossa dalla testata tedesca Frankfurter Allgemeine Zeitung che nel 2016 invitò i lettori a pulire le placche di ottone nella data del 4 maggio mentre in Israele erano in corso le celebrazioni per la Yom HaShoah (la Giornata del ricordo dell’Olocausto). Armati di spazzole e miscela detergente, migliaia di persone in tutta la Germania ripulirono le placche dei loro “vicini”…
Distanti dalle grandi opere commemorative calate dall’alto come l’immenso Memoriale per gli Ebrei Assassinati d’Europa di Berlino, le minute Pietre di Inciampo coinvolgono direttamente e attivamente decine di migliaia di soggetti all’interno di un processo il cui compimento, se avverrà, sarà molto lontano nel tempo…
So che non posso fare sei milioni di pietre, ma se riesco a ispirare una discussione con una sola, è stato ottenuto qualcosa di molto importante
Gunter Deming
Quando si inaugurano nuove Pietre d’Inciampo sono organizzati eventi, incontri e celebrazioni per ricordare i commemorati e i tragici eventi che hanno portato alla loro scomparsa. Anche i media locali ne parlano dando l’occasione alle persone di informarsi non in modo generico sugli eventi storici, ma sulla vita e il tragico destino delle singole vittime.

Aspetti controversi
In alcuni casi, le stesse comunità ebraiche locali, sempre interpellate prima di ogni nuova installazione, hanno espresso parere sfavorevole all’installazione delle Pietre d’inciampo (così accadde ad esempio a Monaco di Baviera). La ragione è che i nomi incisi possono essere accidentalmente calpestati poiché posti nella pavimentazione.
In altri casi, il progetto è stato messo in discussione poiché in Germania (ma non in altre nazioni…) vi è una vera e propria inflazione di monumenti commemorativi il cui numero rischia di lievitare oltre misura.
Il progetto è stato più volte imitato (è accaduto anche a Vienna) e non elaborato secondo i principi del suo promotore. Per questa ragione, Gunter Deming ha protetto le sue Pietre di Inciampo e il loro concetto registrandone copyright e marchio in tutta Europa.
Le Pietre di inciampo in Italia
Quasi 100 sono le località italiane dove sono state sin ora (gennaio 2020) installate le Pietre d’inciampo (circa 900 ciottoli). Proprio nel nostro paese, a Torino, fu installata la 50.000° pietra. Le prime pietre italiane furono poste nella pavimentazione della città di Roma nel gennaio del 2010. Roma è la città con il maggior numero di ciottoli commemorativi (ve ne sono 297). Seguono Torino (108), Venezia (68), Milano (62), Prato (40) e Merano (33). Trovate l’elenco aggiornato delle città seguendo questo link. Abitualmente, Gunter Deming effettua le installazioni in Italia durante il mese di Gennaio.
Un memoriale in continua evoluzione
L’ultimo aggiornamento (scrivo a gennaio 2020) sul numero delle Pietre di inciampo ne conta 71.000. Nel sito ufficiale del progetto vi è l’avviso che le liste d’attesa per la realizzazione di nuove installazioni sono molto lunghe a causa dell’elevato numero di richieste. Tutto ciò dimostra come a distanza di più di vent’anni dalla sua inaugurazione, il progetto di Gunter Deming sia ancora in grande e continuo sviluppo.
Le Pietre d’Inciampo nella letteratura
Due sono i testi che possiamo leggere per conoscere più da vicino il monumento diffuso delle Pietre d’Inciampo. Il primo è I monumenti per difetto scritto da A
Grazie Gunter Deming!
Gunter Deming non è ebreo, i suoi genitori non furono vittime del regime e neppure carnefici. Non è famoso, non è ricco e non ha ricevuto alcun particolare riconoscimento. Viaggia per più di 250 giorni all’anno realizzando la sua opera d’arte nelle strade insieme alla gente. Trascorre buona parte del tempo in ginocchio mentre incastra e cementa le Pietre d’Inciampo. Per l’installazione, compreso il tragitto, materiali e la realizzazione delle pietre, chiede una cifra irrisoria. Si muove con una logora utilitaria sporca di terra e zeppa di attrezzi. Veste in modo spartano, appare raramente nei media e quando appare è spesso circondato dagli studenti che hanno partecipato al suo “immenso” memoriale. Un uomo semplice, il cui lavoro non può che entusiasmarci e commuoverci…
A questo punto, vi suggerisco di informarvi sui dettagli del progetto direttamente dal sito dell’organizzazione Stolpersteine seguendo questo link…
Grazie per questo approfondimento sulle pietre d’inciampo. Sono qualcosa che ho scoperto solo l’anno scorso, a Roma, camminando per la città insieme ad un’amica di origini ebree. Quante volte le ho calpestate senza notarle prima, e chissà quanti altri come me!
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Grazie a te Laura! Chissà quante volte anche noi ci siamo passati “sopra” in Germania o in Austria o chissà dove, senza accorgecene… Un giorno, tuttavia, ci abbiamo fatto caso e ora non manchiamo mai di leggere quanto riportato… Molte grazie e a presto!
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L’ha ribloggato su Parole in Piazza.
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Avevo già visto a Torino questi piccoli memoriali, ma non ne conoscevo assolutamente la storia. Grazie al link che ci hai fornito ho scoperto che c’è una pietra d’inciampo a Condove, un paese vicino a dove vivo io, sono molto curiosa di andare a vederla. Un articolo davvero interessante, grazie!
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Grazie a te della tua lettura e sono felice di averti dato quale informazione sul progetto… A presto!
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Trovo che questa opera sia di una potenza inaudita, molto di più di statue, muri e quant’altro già fatto. La sua forza sta proprio nel far capire quanto quel periodo nero della storia coinvolgesse tutti i popoli e tutti gli stati e non fosse solo confinato ai più famosi campi di sterminio. Potrebbe essere casa nostra, dei nostri genitori o il nostro luogo di lavoro. La sua forza è proprio quella di essere enorme ma invisibile. Sullo stesso piano metterei Le Scarpe sulla riva del Danubio a Budapest, quando ci sono stato davanti dal vivo ho avuto la sensazione di un pugno nello stomaco, la forza era proprio quella di averla vista “per caso” mentre stavamo passeggiando tranquillamente sulla riva del Danubio, mi sentivo quasi irrispettoso a non essermi accorto di dove ero, penso che sia proprio quello che la rende potentissima dal punto di vista emotivo.
O almeno questo è il mio parere, grazie per aver condiviso questo tuo post.
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Ottima interpretazione! Infinite grazie per questo commento e per la tua lettura del post… A presto!
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Io credo che sia stata un’idea ottima e avrebbero dovuto parlarne di più 😊
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