Questo lunedì viaggiamo nello spazio, nel tempo e nella memoria. Oggi è l’otto maggio: settantadue anni fa finiva la Seconda Guerra Mondiale. Per questa ragione, andremo nell’Europa centrale durante l’immediato dopoguerra e seguiremo le rotte dei profughi e degli eserciti in ritiro dai territori liberati. Viaggeremo mesti e sulle note del brano cupo, malinconico e fortemente evocativo intitolato Maria the Poet (1913) del compositore neoclassico tedesco Max Richter.

Attenzione! Il video contiene alcune immagini forti che possono ferire la sensibilità del pubblico

Nel video che qualcuno ha scelto di abbinare alla musica di Richter, il dopoguerra viene mostrato anche attraverso le ferite di una giovane donna (la vedete al minuto 3:23) che, del tutto involontariamente, dà un volto decisamente eloquente all’Europa post bellica. Ci sono anche altre drammatiche sequenze che provengono dall’area di Pils nell’attuale Repubblica Ceca e da un passato che abbiamo (troppo velocemente?) rimosso…

Insieme alla musica, ascolteremo anche le struggenti parole della poesia La Poetessa (1913) scritta dalla grande e sfortunata poetessa russa Marina Ivanovna Cvetaeva. La poesia è una composizione tragica, angosciante, sublime…

Il brano è tratto dall’album d’esordio di Max Richter intitolato Memoryhouse (per approfondire, seguite questo link). Trovate il testo in italiano della poesia La Poetessa di Marina Ivanovna Cvetaeva a questo link. La ragazza ferita è una militare tedesca vittima di maltrattamenti e probabilmente violentata ed è nota con l’appellativo The Lost German Girl (il suo nome è Lore Bauer), potete approfondire seguendo questo link.

Se volete prolungare il vostro viaggio, dopo aver ascoltato questo brano, ascoltate anche quelli delle settimane precedenti cliccando qui.

 

 

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