Visita a Caporetto e dintorni

Caporetto (Kobarid in sloveno) dista solamente 9 chilometri dal confine con la Slovenia e si raggiunge con facilità seguendo la strada che da Udine porta prima a Cividale e poi dentro il piccolo stato della ex Jugoslavia. Non solo meta ideale per i turisti appassionati di storia, la località merita di essere esplorata anche per la magnifica natura che la circonda. Ecco cosa visitare a Caporetto

Chi raggiunge Kobarid non può non seguire un percorso che è insieme storico e naturalistico e che consente di trascorrere una piacevole giornata scandita da alcune mete di notevole interesse. Scopriamole insieme seguendo l’itinerario storico di Kobarid (in fondo trovate il link per scaricare la mappa)…

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La località di Kobarid

Kobarid è una tranquilla e piacevole località posta in prossimità del corso del fiume Isonzo (Soča in sloveno). Il centro del paese è animato da alcuni bar e ristoranti e accoglie il visitatore con un ufficio turistico ottimamente organizzato. A raggiungerlo sono sopratutto turisti italiani che si dividono in tre categorie: gli immancabili e compiaciuti motociclisti, gli appassionati di rafting o di trekking e i turisti culturali che, tuttavia, dovranno anch’essi fare trekking se vorranno raggiungere le ambite mete storiche…

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A Kobarid non si respira un’aria da Grande Guerra: le testimonianze del celebre evento bellico sono circoscritte nel museo cittadino, nel Sacrario Militare di Caporetto e in alcune isolate postazioni difensive per lo più quasi completamente interrate o avvolte dalla rigogliosa natura dell’area…

Il Sacrario Militare di Caporetto

Dal centro della località, risalendo il colle Gradič, troviamo il Sacrario Militare di Caporetto che ospita le spoglie di 7.014 italiani caduti durante la Prima Guerra Mondiale e in particolare durante gli eventi che hanno portato alla celebre disfatta. Il Sacrario si raggiunge in pochi minuti percorrendo una strada asfaltata e scandita dalle quattordici stazioni della via Crucis. Monumentale, ma senza le medesime proporzioni iperboliche dei coevi sacrari del Monte Grappa (1935) e di Redipuglia (1938), l’opera ha l’originalità di apparire come una sorta di recinto ottagonale sviluppato su quattro gradoni degradanti con all’interno racchiusa la preesistente Chiesa di Sant’Antonio di Padova (1969). I gradoni sono caratterizzati dal motivo a arcata che ricorda l’architettura degli antichi acquedotti romani. La scalinata centrale che si percorre zigzagando è particolarmente scenografica nella sua austerità di fascista memoria.

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Ossario e Chiesa di Sv Anton (Foto CC. autore: Lorenzo Magnis)

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Lungo i lati dei tre gradoni che costituiscono la base del monumento sono tumulate le salme che comprendono quelle di 1.748 militi ignoti (poste ai lati della scalinata centrale) e di 5.266 caduti i cui nomi sono incisi su lastre di marmo verde di Prato, detto anche serpentino. In cima a ciascuna lastra compare la scritta “Presente” tipica della ritualità fascista. Il lavori per la realizzazione del sacrario iniziarono nel 1935 e terminarono nel 1938. Eretto su volontà del governo fascista, il monumento è stato inaugurato alla presenza dal capo di Governo dell’epoca, Benito Mussolini.

Il progetto porta le firme dello scultore Giannino Castiglioni e dell’architetto Giovanni Greppi che furono gli autori dei più importanti sacrari della Prima Guerra Mondiale, tra cui quello del Monte Grappa, di Redipuglia, di Pian di Salesei, del Colle Isarco, del Passo Resia, di San Candido, di Timau, di Bezzecca, di Feltre, di Pola e di Zara. L’area del monumento è rimasta in gestione al governo italiano che, come abbiamo potuto constatare, ne mantiene un eccellente stato di conservazione.

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Kobarid fece parte dell’Impero Austro-ungarico sino alla sua dissoluzione nel corso della Prima Guerra Mondiale e dei successivi accordi di spartizione dei territori. Nel 1920 entrò a far parte del Regno d’Italia (diventando Caporetto) che mantenne il territorio sino al 1947 quando, gli avversi esiti della Seconda Guerra Mondiale ne determinarono il passaggio alla neonata Repubblica Federativa Popolare di Jugoslavia poi trasformata in Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. Dal 1991, Kobarid fa parte della Repubblica Slovena che in quell’anno si è dichiarata indipendente. La sua notorietà a livello mondiale dipese dal tragico evento denominato La Battaglia di Caporettododicesima battaglia dell’Isonzo (24 ottobre 1917 – 12 novembre 1917) che rappresentò la più grave disfatta nella storia dell’esercito italiano che subì un poderoso sfondamento da parte delle forze austro-ungariche e tedesche che poterono facilmente dilagare nelle pianure friulane e sino alla nuova linea di difesa posta lungo il fiume Piave.

Il sentiero che porta a Tonocov Grad

Alle spalle del Sacrario, ha inizio un sentiero ben segnalato che prosegue a nord conducendo a Tonocov grad, un antico insediamento di cui oggi rimangono modesti resti risalenti a diverse epoche comprese tra l’età del rame e il medioevo. Il percorso è in salita, ma si affronta con una certa facilità (meglio, in ogni caso, affrontarlo con scarpe adatte) e corre riparato all’interno del bosco. Raggiunta la meta, si godrà di una magnifica vista della vallata e delle azzurre e cristalline acque del fiume Isonzo. Unica nota dolente, la post-moderna copertura posta a protezione di parte dei resti…

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Discesa a valle

Da questo punto ha inizio una repentina discesa resa facilmente agibile da parapetti in legno e da una scalinata in pietra. Nel percorso, si possono vedere alcune opere (trincee, fortini e altri interventi) che costituivano una delle tre linee di difesa dell’esercito italiano. Opere simili si potranno vedere anche successivamente, risalendo il sentiero nel lato opposto del fiume Isonzo.

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La passerella sul fiume Isonzo

Arrivati a fondo valle, seguendo le indicazioni per la meta successiva, la cascata Kozjak, attraverserete l’Isonzo tramite un ondeggiante ponticello sospeso realizzato in cavi d’acciaio e travi di legno. Il ponte è lungo 52 metri ed è la ricostruzione (avvenuta negli anni novanta) di una delle opere militari edificate ai tempi della Grande Guerra dall’esercito italiano.

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La cascata Kozjak

Attraversato l’Isonzo, una breve passeggiata conduce alla suggestiva Slap Kozjak (cascata Kozjak), considerata il più pittoresco salto d’acqua del territorio sloveno. La cascata, alta 15 metri, appare come una luce bianca all’interno di un oscuro anfiteatro roccioso ed è possibile ammirarla da una ben congegnata pedana in legno che conduce all’interno della grotta carsica.

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Il Ponte di Napoleone e il rientro in città

L’itinerario storico di Kobarid prosegue scendendo nuovamente al ponticello pedonale, ma, da questo punto, prevede una via alternativa e pianeggiate per rientrare in paese. Il fiume verrà attraversato poco oltre attraverso il Ponte di Napoleone che offre un ultimo punto di vista sulle acque azzurre dell’Isonzo (ma ricordate che qui è denominato Soča). Il ponte è stato più volte demolito e ricostruito e il suo nome deriva dall’antico e memorabile passaggio dell’Imperatore Francese.

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Rientrati a Kobarid, sarà possibile visitare il museo storico che è il luogo ideale per un approfondimento sulle vicende che hanno drammaticamente portato la placida località all’attenzione mondiale. All’interno non è consentito fare fotografie.

Per scaricare la mappa in formato pdf con l’itinerario storico di Kobarid seguite questo link. La stessa mappa è fornita in formato cartaceo gratuitamente dall’ufficio turistico di Kobarid dove troverete tutte le informazioni per visitare il paese e i suoi dintorni.

Quest’anno, il 2017, sarà l’anno ideale per visitare la località slovena ricorrendo il centenario delle battaglie e, in particolare, della dodicesima battaglia dell’Isonzo nota come Battaglia di Caporetto


Dove non diversamente specificato, le foto sono state da noi realizzate a giugno 2017 e sono disponibili in modalità Creative Commons a questo link
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12 pensieri su “Visita a Caporetto e dintorni

  1. stavamo progettando un altra visita in quel di Caporetto proprio per vedere questi altri itinerari avevamo visitato il museo l’ossario e un po di centro il ponte di napoleone ma il tempo a disposizione non era molto. ci ritornerò anche grazie alle tue info.

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  2. Sono stata spesso a Caporetto con la classica gita scolastica, ma ho scoperto con somma vergogna che non ricordo più nulla 😦 un’ottima scusa per ritornare e unirci un bel trekking!

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    1. Ma infatti, non solo storia, Caporetto è anche l’occasione per una bella passeggiata montana e un bel pranzetto (magari nel ristorantino economicissimo del campeggio)… grazie della visita e a presto!

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